Agricoltura biologica: quando l’e-commerce diventa una necessità

Gli italiani sono sempre più attenti alla qualità dei prodotti che utilizzano, anche quando si tratta di merce acquistata da siti di e-commerce. Lo dimostrano, per esempio, i dati del Rapporto Bio Bank 2016, che segnano un incremento del 103% per quanto riguarda i negozi online di cosmetici bio e un +71% per quelli del settore food biologico.

L’agricoltura biologica, in particolare, sta conoscendo un periodo d’oro, non solo grazie a un forte cambiamento di mentalità e di consapevolezza da parte dei consumatori, ma anche grazie a un progressivo miglioramento nell’ambito della vendita delle merci.

Attraverso dei siti ben organizzati, sui quali viene effettuato un corretto lavoro di seo per e-commerce, e a una maggiore organizzazione logistica, le piccole aziende possono estendere il loro raggio d’azione e consegnare frutta, verdura e altri prodotti artigianali anche a molti chilometri di distanza dalla zona di produzione.

Agricoltura biologica: quando l’e-commerce diventa una necessità
Foto da gonews.it

A spingere le piccole e medie aziende agricole verso la digitalizzazione del commercio sono soprattutto le associazioni di categoria, ma non sempre riescono a raggiungere l’obiettivo. Vi sono infatti ancora molte resistenze culturali da parte di aree montane o di territori interni e di confine non facilmente raggiungibili da un grande pubblico, che avrebbero invece la necessità di allargare i propri orizzonti imprenditoriali.

L’isolamento e la desertificazione commerciale sono un rischio molto concreto.

Anche la quantità dei prodotti da commercializzare spesso rappresenta un ostacolo: la domanda deve essere soddisfatta e non tutte le imprese agricole sono in grado di farlo.

Un ulteriore problema riguarda i costi che comporta la realizzazione di un sito e-commerce; per riuscire a creare un negozio online con regolare piattaforma di pagamento occorrono, infatti, circa 10.000 euro, una cifra che può risultare troppo elevata per una piccola realtà imprenditoriale.

Il segnale deve giungere quindi dai comuni stessi, che devono farsi promotori della creazione di piccoli portali condivisi, ai quali le aziende agricole del territorio possano partecipare mettendo in vendita le loro eccellenze, senza rinunciare al loro essere artigiani.

Articolo scritto in collaborazione con Nomesia