L’arte è per chi non può vederla: “Hoy toca el Prado”

 

“Hoy toca el Prado”, sei quadri della collezione del museo spagnolo riprodotti con una stampante 3D per poter essere toccati da chi non può vederli. Ogni opera accompagnata da una descrizione in Braille. Così il digitale entra nei musei per favorire l’accessibilità da parte di visitatori con disabilità.

In realtà [inlinetweet prefix=”null” tweeter=”null” suffix=”null”]”Hoy toca el Prado” non è il primo caso di esposizione dedicata agli ipovedenti[/inlinetweet], se si pensa al percorso “Guardare con le mani” del GAM di Milano, o a musei come il Musée d’Orsay e il Louvre in Francia, ma anche i musei berlinesi che sperimentano già da tempo percorsi tattili. Pioniere in Italia, fu il Museo Nazionale Omero di Ancona che raccoglie calchi in gesso di opere di grande importanza.

Foto: ilPost.it

“Hoy toca el Prado”, la tecnologia al servizio dell’umanità

La mostra del Prado rientra nel progetto “Il Prado per tutti” per migliorare l’accessibilità del Museo per i tutti i visitatori con disabilità. Se nella mostra “Hoy Toca el Prado” sei capolavori appartenenti alla collezione del museo sono stati riprodotti con una stampante 3D di ultima generazione per permettere ai non vedenti di conoscere meglio le opere, nuove audioguide destinate ai visitatori ipovedenti presenteranno meglio 50 opere della collezione del museo.

Tra le opere 3D, il Cavaliere con le mani al petto di El Greco. La versione per non vedenti è stata stampata con spessori fino a 6 millimetri, in modo da permettere di scoprire le differenze tra le diversi parti del dipinto.
Significativo che tra le opere riprodotte sia stata scelta anche la tavola del Noli Me Tangere del Correggio, esposta, come le altre, inclinata in modo da facilitare l’esperienza tattile dei non vedenti.

 

 

I sei quadri sono stati scelti per la varietà di soggetti e per rappresentare al meglio le diverse epoche di realizzazione.
La mostra, organizzata insieme all’Organizzazione Nazionale Ciechi Spagnoli (ONCE), ripete ed amplifica l’esperienza di cinque anni fa al Museo de Bellas Artes di Bilbao, ma stavolta i risultati raggiunti al Prado sono nettamente superiori per via dei passi da gigante nella stampa 3D degli ultimi anni.

Dove ci porterà la stampa 3D?

Un’espressione della capacità della tecnologia di migliorare l’esperienza di vita di ogni individuo, attraverso applicazioni fino a poco tempo fa inimmaginabili, ennesima prova che [inlinetweet prefix=”” tweeter=”” suffix=”null”]l’unico vero limite è la nostra immaginazione[/inlinetweet].
Non solo applicazioni tecniche, di design o medicali, ma anche artistiche in senso stretto. Con la consapevolezza però che non potremo mai riprodurre le menti geniali che crearono queste splendide opere, anche se lo Stradivarius prodotto da un makers con una stampante della Eos, già promette bene.