Bike sharing e car sharing: differenze e potenzialità

Il bike sharing e il car sharing sono due sistemi molto differenti, ma se integrati potrebbero dare un impulso eccellente alla mobilità cittadina ed extra cittadina.

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Il bike sharing

Il bike sharing ha come requisito essenziale la copertura capillare di interi parti della città con stazioni vicine.

bike sharing e car sharing

In altre parole, il servizio ha davvero senso se facendo poca strada è possibile trovare il parcheggio delle bici e prenderle in prestito.

Se si dovesse camminare per un chilometro, magari per una commissione in un ufficio distante due o tre chilometri, sarebbe meglio cambiare sistema.

Se la copertura della città con le stazioni di bike sharing però è buona, in pochi passi si potranno raggiungere le bici per usarle.

Il servizio perfetto sarebbe con prenotazione della bici e possibilità di lasciarla in un’altra rastrelliera all’arrivo, consentendo così l’immediato riuso della stessa, senza doverla parcheggiare, con il correlato rischio di furto.

Questo è possibile per diversi motivi:

  • la bicicletta può (e dovrebbe) costare “poco”, al momento dell’acquisto
  • ingombra poco e avere molte più rastrelliere rispetto alle bici in servizio è possibile
  • è possibile non invadere le strade usando aree marginali, parchi, aree pedonalizzate senza penalizzare la sosta
  • con un minimo di ingegno si sfruttano al meglio  le piste ciclabili esistenti
  • acquisendo secondo questo modello il sistema delle origini e delle destinazioni si possono progettare nuovi percorsi ciclabili ad hoc

Il car sharing

Il car sharing copre, invece, esigenze diverse. Si tratta infatti di percorsi di qualche decina o centinaia di chilometri, per una percorrenza di ore, se non di giorni.

Per questo può essere meno capillare: dovendo percorrere 100 chilometri e potendo prenotare la vettura, diventa accettabile anche un chilometro a piedi per prendere l’auto per quel viaggio.

car sharing

Infatti i punti centrali del car sharing sono:

  • opportunità di avere veicoli differenti, dalla due posti al furgone
  • opportunità di uso da pochi minuti a giorni
  • possibilità di parcheggiare gratis

Caratteristiche altrettanto tipiche del servizio sono la necessità di parcheggiare su strada, che rende irrealizzabile creare più spazi dedicati, non fruibili da altri, per consentire la sosta riservata; il costo non indifferente delle auto, che richiede grandi investimenti.

Le recenti soluzioni del car sharing libero o free flow sposano in parte le soluzioni del bike sharing, come la possibilità di prendere e lasciare l’auto dove si vuole (tutta la città diventa di fatto un’area di sosta), sempre che si trovi il parcheggio a fronte di prezzi al minuto che incentivano un uso breve.

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Il punto in cui non c’è reale sinergia sta nel fatto che i diversi sistemi di car sharing non usano la stessa tecnologia e che spesso nessuno dei due coincide con la tecnologia del bike sharing.

Il caso ideale, includendo anche il car sharing elettrico che esiste in alcune città (che però, invece che specializzarsi nell’area interna, sembra voler competere a tutto tondo con i car sharing generalisti), sarebbe avere un’unica tessera o un’unica app che consenta di accedere a tutti i servizi di “sharing” con alcune integrazioni:

  • qualora si prenda la bici e subito dopo il car sharing si dovrebbe avere tariffa zero, o almeno molto ridotta sul bike sharing e sul tragitto di ritorno
  • creazione di isole della mobilità, in cui trovare tutti i servizi
  • incentivi ecologici (spesi 100 euro di “sharing”, si potrebbe avere in cambio una o due ore gratis di parcheggio, o più ore di bike sharing o un’ora di car sharing elettrico in prova)
  • ovviamente avere i servizi di “sharing” in tutti i parcheggi di scambio e renderne il costo basso o zero in caso di uso di mezzi in sharing

Probabilmente in Italia questa città ancora non esiste, e forse non c’è neanche in Europa, ma sarebbe bello sapere che c’è o ci sarà.