Capitale europea della Cultura 2019, il verdetto [CASE STUDY]

Capitale europea della Cultura 2019, il verdetto [CASE STUDY]

La prossima volta sarà nel 2033. Non si tratta del passaggio della cometa di Halley, ma della prossima occasione per una città italiana di diventare Capitale europea della Cultura. La turnazione prevista dall’UE, infatti, stabilisce che solo dopo un altro giro completo degli altri stati membri, l’Italia potrà tornare a gareggiare per l’ambito titolo culturale.

 Il titolo più ambito: Capitale europea della Cultura 2019

Ecco perché la data di oggi, casualità sfortunata per la superstizione tutta nostrana proprio un venerdì 17, è tanto importante per le candidate ammesse alla selezione finale.
Tra le partecipanti alla competizione Ravenna, Siena, Perugia, Matera, Cagliari e Lecce, che per un anno, dopo aver passato una prima selezione tra venti, hanno lottato a colpi di iniziative, convegni, flashmob, eventi culturali e supporto cittadino, per affiancare la bulgara Plovdiv, già decretata come Capitale europea della Cultura 2019 lo scorso 5 settembre.

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Cagliari corre per la Sardegna 2019

Il tour della giuria europea è cominciato da Cagliari, candidata come Cagliari/Sardegna 2019, per cercare di portare alto il nome di tutta la regione in questa corsa alla “supremazia culturale”. Il tema scelto è quello della città futura, declinata in tutte le sue forme, dalla creatività alla mobilità.

Lecce e la città di EUtopia

Il 6 ottobre è stata la volta del tacco dello stivale, con una Lecce pronta ad accogliere i giudici nella sua nuova “città di EUtopia”. Ad ogni città, infatti, era richiesto di scegliere un tema per la propria candidatura e Lecce ha puntato tutto sui giovani, sugli eventi musicali e cinematografici e sull’arte, oltre a ribadire l’ormai conosciutissima forza del suo brand Salento.

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Matera 2019 e i paesaggi mozzafiato

A fare concorrenza alla patria della taranta per il Sud, Matera 2019, che con i suoi paesaggi senza paragoni e i suoi eventi legati alla natura come il Matera Balloon Festival, ha voluto stupire i visitatori d’oltralpe con la gastronomia locale e coinvolgendo la città con l’hashtag #THE7HOURS, legato appunto alle ore che i giurati europei avrebbero passato nella città.

Il Seeding Change di Perugia

Il più creativo, forse, è stato il motto di Perugia, che con il suo Seeding Change, ha voluto rappresentare la natura fortemente legata alla terra dell’Umbria, tutta proiettata verso un futuro fatto di teatri, danza, ma soprattutto festival e appuntamenti già consolidati come il Festival dei due mondi e l’Umbria Jazz, solo per citarne alcuni.

Ravenna, Mosaic of Cultures

Ravenna punta sui suoi famosi mosaici e con il suo Mosaic of Cultures riscopre la profondità culturale del Settembre dantesco, il legame con tutta la Romagna e il Festival delle Culture.

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Magenta, un colore per Siena

Siena punta su un colore, il magenta, il solo colore non utilizzato nelle bandiere delle 17 contrade, e quindi, non essendo associato a nessuna di esse, rappresentante della comunità di Siena nella sua interezza. Ma il colore è anche un richiamo ad una cultura libera dal copyright, dopo il caso legale sollevato dalla T-Mobile per aver tentato di brevettare il magenta come parte integrante del proprio marchio. La Corte ha stabilito l’impossibilità di brevettare un colore, anche se ha riconosciuto recentemente il diritto di T-Mobile ad utilizzarlo in maniera esclusiva per il branding nel proprio settore. E in effetti Siena ha puntato moltissimo proprio sugli eventi tech e sull’innovazione per far colpo sulla giuria europea.

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Comunque vada…

Tra un maxischermo in piazza a Siena, per attende alle 15.30 il verdetto della giuria a Roma, e il “Comunque vada party” organizzato a Matera per festeggiare in ogni caso la bellissima esperienza vissuta con questa partecipazione alla competizione, Ravenna conclude la sua gara con uno sportivo “Vinca la migliore”.

 

Credits foto: Instagramers Matera