Chiude FriendFeed e finisce un’epoca dei social network

Una immagine simbolo di FriendFeed, il Service Unavailable. Dopo otto anni il servizio era ancora "nuovo".
Una immagine simbolo di FriendFeed, il Service Unavailable. Dopo otto anni il servizio era ancora "nuovo".

 

Tutte le cose belle finiscono, prima o poi. Il 9 Marzo, uno degli sviluppatori di FriendFeed, Benjamin Golub, ha annunciato per il mese successivo la chiusura del social network.

Se chiude FriendFeed, probabilmente sarà difficile spiegarlo a chi usa Facebook e al più Twitter o LinkedIn. Ancor più difficile sarà spiegare quello che FriendFeed è stato per chi ha utilizzato quella piattaforma, e cioè un aggregatore di servizi e un’alternativa ai social network più conosciuti.

Chiude FriendFeed, ricordando la community e i blog

Un vecchio blog. Da Wikipedia
Un vecchio blog. Steve Mann, da Wikipedia

 

Definire quell’esperienza col freddo linguaggio della tecnica sarebbe infatti assolutamente riduttivo. Per anni, [inlinetweet prefix=”” tweeter=”” suffix=”null”]FriendFeed ha ospitato una delle community più vivaci e stimolanti che si siano mai viste in uno spazio virtuale[/inlinetweet]: c’erano tutti quelli che contavano, tra quelli ad avere una presenza in Internet. E spesso c’erano i loro blog, che il social network importava sistematicamente in modo efficiente. Il blog era infatti la stagione precedente, che declinava in favore di quella emergente dei social network. Non era però ancora chiaro chi stesse vincendo la partita: Facebook e Twitter erano chiaramente avanti, ma lo stesso FriendFeed sembrava giocarsela in qualche modo.

Friend Feed, addio a un'epoca di social network
edar / Pixabay

 

Ora, per quanto possa sembrare strano, FriendFeed offriva possibilità di interazione superiori rispetto a Twitter (da sempre limitato ai 140 caratteri) e al contempo permetteva discussioni dinamiche, al contrario dello statico Facebook. Vi erano anche altre caratteristiche in più, come appunto la possibilità di importare e tenere sott’occhio tutti i propri servizi (compresi Twitter, Facebook e Tumblr) o di modificare i propri commenti. Per dire, in una discussione del tempo ci si domandava se il “Like” potesse impoverire la comunicazione, poiché le sfumature di un sì possono essere molte ed è meglio spiegarle. Ma le discussioni erano molto più interessanti e creative di così: si sono fatti giochi, meme, concorsi, si sono creati ebook collettivi, ci si aiutava a vicenda, si seguivano mille cose insieme.

Virtuale e reale

Riva del Garda, per tanti anni sede della Blogfest. Da Wikipedia
Riva del Garda, per tanti anni sede della Blogfest. Foto di Stephen Wallis, da Wikipedia

 

FriendFeed non era però solo quello che si vedeva sul social network: era anche tutto quello che succedeva nella vita reale, quando quelle persone si incontravano nei vari camp (Romagnacamp, ViadelCamp, Wordcamp), nelle varie occasioni Geek, o alla Blogfest (ora Festa della Rete). Era un periodo di grande entusiasmo: molti si sobbarcavano anche lunghi viaggi per queste occasioni, e c’era la speranza verso il nuovo mondo digitale che si stava costruendo, che era la vera novità. Difficile rendere in parole quel clima. FriendFeed era anche il luogo dove ci si confrontava quando si provavano nuovi servizi, come Google Wave e Google Buzz.
Tra quelle persone si sono create dei legami, fortissimi: alcuni si sono sposati o si sposeranno, altri sono legati da vera amicizia, altri invece non si parlano neppure più. E certo, ci sono molte altre storie, meno belle: di situazioni intricate, fastidiose e persino assurde, di cattiverie e pettegolezzi. Ma quelle le potete leggere altrove.

Poi Facebook acquisì FriendFeed, assimilandone molte funzioni, e iniziò un lento declino. Sembra che siano passati millenni, e invece sono solo pochi anni. [inlinetweet prefix=”null” tweeter=”null” suffix=”null”]Stare queste ultime ore su FriendFeed è come stare su un Titanic che sta affondando[/inlinetweet]: non funzionano le luci, si sentono strani rumori, imbarca acqua da tutte le parti. I guru e quelli che contano sono andati via da un pezzo sulle loro scialuppe, sono rimasti solo alcuni abitudinari e sentimentali. Eppure, anche così, aprire e utilizzare una pagina rimane più rapido su FriendFeed che su Facebook. Sapete com’è, survival of the fittest. Non necessariamente del migliore.

4 commenti

  1. Io resto sempre dell’idea che i guru e quelli che contano se ne erano andati via per una semplice ragione: Friendfeed è sempre stato fondamentalmente anarchico, e questo per un guru è peggio di un veleno.

  2. Sicuramente sarà vero per alcuni, per fortuna non per tutti. In effetti non c’è mai stato un moderatore, e neppure uno strumento per segnalare spam o commenti offensivi.

  3. appunto perché anarchico 🙂 Si bloccava il perpetratore, e via…

  4. ecco 😀

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