La macchina del futuro è piccola e parcheggia da sola

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Photo: Dipl.-Inform. Timo Birnschein, DFKI GmbH

 

Smart. Non solo piccola come la due posti di Mercedes Benz, ma davvero intelligente. Ecco la macchina del futuro.

La tecnologia è sempre tedesca, ma stavolta proviene da un progetto del Centro di ricerca tedesco per l’intelligenza artificiale.

La macchina del futuro sia chiama EO2 ed è progettata per la guida in città affollate, dove le ore di punta diventano un incubo per ogni guidatore e il parcheggio è quasi inesistente.

Le caratteristiche tecniche della macchina del futuro

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Photo: Dipl.-Inform. Timo Birnschein, DFKI GmbH

 

Anche se per il momento si tratta solo di un prototipo, la EO2 fornisce ampie prove di come alcune delle sue innovazioni potrebbe portare ad auto realmente intelligenti e soprattutto flessibili e componibili.

La scelta del bianco, i finestrini e le porte a farfalla, non sono casuali, dato che sulla EO2  tutto è elettrico e alimentato in modo sostenibile.

Le quattro ruote della EO2 possono ruotare di 90 gradi, in modo da essere perpendicolari al corpo della vettura. Questo permette al veicolo non solo una rotazione circolare perfetta, ma una volta impostate in parallelo offrono la possibilità di una guida laterale.

Una vera comodità per chi non ama parcheggiare “a cassonetto”.

La EO2 è inoltre in grado di contrarsi, diminuendo la propria lunghezza e permettendo così di parcheggiare anche negli spazi più angusti.

 

Il meccanismo che consente di collegare tra loro più smart car EO2 è unito al design innovativo concepito dal DFKI Robotics Innovation Center. È qui che il team di sviluppatori di software e progettisti, ingegneri elettronici ed edili sta affinando il progetto della micro macchina, ormai da tre anni.

Il team che ha progettato questa macchina del futuro

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Photo: Dipl.-Inform. Timo Birnschein, DFKI GmbH

 

Annunciata nel 2012, questa smart car si guida come una vettura tradizionale, ma ogni ruota è alimentata da un proprio motore. Timo Birnschein, responsabile del progetto per il veicolo , ha spiegato che: “L’intero processo – la transizione tra la guida normale e la guida di traverso – richiede circa quattro secondi”.

Il prototipo ha una velocità massima di 65 km/h e può viaggiare tra 50 e 70 chilometri con una singola carica completa di quattro ore della batteria. Ma è la capacità del biposto di ridursi a circa un metro e mezzo di lunghezza che ha reso il team davvero entusiasta per i suoi possibili usi nella città del futuro.

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Photo: Dipl.-Inform. Timo Birnschein, DFKI GmbH

 

Sempre secondo quanto raccontato da Birnschein, la EO2 “è in grado di ridurre il proprio formato di circa 80 centimetri, il che la rende piccola quasi come una moto. E con questo tipo di funzione si può entrare in piccolissimi spazi di parcheggio”. Il che torna comodo anche pensando alle stazioni di ricarica.

La EO2 e il rapporto con il mercato dell’auto

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Photo: Dipl.-Inform. Timo Birnschein, DFKI GmbH

 

Pubblicizzata come “una micro macchina per una megalopoli”, la EO2 è ancora in fase di revisione per adattarsi alle normative tecniche, ma il team già la immagina come un mezzo pubblico assimilabile all’attuale car sharing. Si potrebbe andare alla stazione più vicina e scegliere il veicolo con una carica sufficiente per guidare la distanza che si intende percorrere. Basterebbe staccare la macchina dalla colonnina per mettersi in strada.

“Il problema è che la maggior parte dei produttori di auto non sono realmente interessati se non inventano loro stessi il veicolo”, ha dichiarato il responsabile del progetto.

Ma il team di progettisti e ingegneri rimane entusiasta del proprio lavoro, mentre continua a lavorare su caratteristiche come il pilota automatico e le funzionalità di parcheggio. Un po’ come per gli smartphone negli ultimi dieci anni, si passerà probabilmente dal non avere nulla di paragonabile a questo prodotto sul mercato ad una saturazione.

E il tutto avverrà con un’implementazione esterna ed autonoma dei normali allestimenti e delle tecnologie  delle auto delle più famose case automobilistiche.