Le rivoluzioni del 2015, digital e futuro

Digital e futuro, le rivoluzioni del 2015 (4)

Non si tratta di immaginare il mondo con i bambini che fanno il girotondo, tenendosi per mano, sotto l’arcobaleno. Ma i semi di grandi cambiamenti e rivoluzioni sociali sono ben piantati nel fertile terreno dell’umanità e le radici del progresso spaccano silenziosamente il cemento, centimetro dopo centimetro.
Tra le rivoluzioni del 2015 sperimenteremo le prime forme di condivisione delle risorse a livello globale, impareremo come suddividere l’entropia generata dalla nostra esistenza, a capirci tutti, correttamente, senza rinunciare alla nostra identità.  Il 2015 sarà un anno di grandi cambiamenti.

1. Trasformazione di beni in servizi

Il concetto di internet delle cose trascina con sé la trasformazione del bene in servizio: nel 2015 avrai bisogno di telefonare, inviare email e messaggi, condividere i momenti emozionanti. Esattamente come adesso.
Hai bisogno di uno smartphone o di comunicare con i tuoi amici? Hai bisogno di una fotocamera digitale o di condividere con le persone a cui tieni i passaggi speciali della tua vita?
Hai bisogno del servizio, non dell’oggetto. Internet sarà tutto intorno a noi, nei nostri occhiali, in auto, negli abiti, perfino nelle scarpe. Credo che più che internet delle cose dovremmo guardarlo come un internet nelle cose.

Le transazioni economiche e i pagamenti sono sempre più semplici: è sufficiente avvicinare la carta di credito al lettore POS per convalidare. Non è lontano il momento, e ci sono già applicazioni in tal senso, in cui non sarà affatto necessario disporre di contanti o fare la fila alla cassa, basterà mettere in borsa quanto ci serve perché il sistema provveda ad addebitarlo sul nostro conto.

Stesso vale per l’automobile: hai bisogno di muoverti, non hai bisogno di possedere un auto.
Nel 2015 si diffonderanno a macchia d’olio servizi di car sharing, car pooling e, in generale, di condivisione di strumenti, distribuendo il carico economico e le ricadute ambientali su più soggetti. Già Uber ha dimostrato come, nonostante le proteste di molti addetti del settore, il servizio-trasporto possa essere di qualità senza necessariamente essere esclusivo e costoso.

Quanto guidi davvero? Probabilmente solo per il tragitto casa-lavoro e lavoro-casa, due volte al dì. Ecco, sostanzialmente l’automobile ti serve circa una mezz’ora al giorno. Inutile calcolare con quanti soggetti potresti dividere le spese (carissime e in crescita) di bollo, assicurazione, parcheggio, benzina e via dicendo. Senza considerare, no anzi, consideriamolo, il miglioramento netto della qualità dell’aria e, in generale della vivibilità degli spazi urbani, con meno mezzi in circolazione.

Digital e futuro, le rivoluzioni del 2015 (3)

Meno mezzi in circolazione equivale a meno inquinamento. Acustico, dell’aria, e dello sviluppo degli ambienti cittadini. Sì, a mio parere, l’enorme minestrone di “veicoli sputafumo” di ogni forma, colore, dimensione e stridore di clacson, frena lo sviluppo sociale e potenziale delle città, i cui cittadini potrebbero godere di social living, invece di isolarsi in piccolissimi cubicoli metallici.
Meno automobili che sfrecciano in giro per le sporche strade cittadine restituiranno gli spazi naturali per il passeggio, lo sport, i mezzi di trasporto ad emissione zero, come la bici. Piste ciclabili e servizi alla mobilità sostenibile saranno incentivati proprio da quell’assurdo sistema economico che ha bruciato in poco tempo risorse e prospettive future. L’impossibilità di sostenere i costi del “tutto mio, tutto per me“, la compulsione di possedere un oggetto di qualunque tipo di cosa, doppioni, triple copie, in una specie di ossessivo collezionismo indirizzato allo spreco, trasformerà la necessità in comportamento virtuoso.

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Lo spostamento dell’attenzione del consumatore dal possesso al risultato si tradurrà immediatamente in una sostanziale modifica del modello produttivo, condizionato non più dall’accumulo della società moderna, ma dalla richiesta di ottimi servizi funzionali alle reali esigenze. Anche gli impianti industriali si adegueranno alle nuove esigenze verdi del mercato, non più con operazioni “riparatorie”, pagando in maniera varia l’inquinamento prodotto, ma con reali azioni di valorizzazione delle risorse, requisito richiesto da un mercato di consumatori consapevoli, pena l’esclusione naturale dal business.

2. Sparizione della distinzione di genere

Un tempo gli uomini erano esseri perfetti, non mancavano di nulla e non v’era la distinzione tra uomini e donne. Ma Zeus, invidioso di tale perfezione, li spaccò in due: da allora ognuno di noi è in perenne ricerca della propria metà, trovando la quale torna all’antica perfezione”.

Quando Aristofane, nel Simposio di Platone, racconta il mito pone in risalto essenzialmente due aspetti: la potenza dell’Eros e la ricerca della potenza della perfezione, in parole semplici, della felicità.
Non vi era differenza tra uomini e donne o, almeno, nessuna che separasse la metà forte da quella debole. Nessun sesso forte o debole, direi. Incollati di schiena, senza potersi guardare, la ricerca della metà giusta della mela, dell’arancia, dell’essere umano in sé, diventa impresa. Diventa impresa difficile se qualcuno decide per te cosa debba piacerti o meno. Diventa una impresa complicata se, nel mondo che ha deciso che le gonne sono da donna, anche a te le mini ti fanno impazzire, ma sulle tue, di gambe.

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Vallo a spiegare agli essere perfetti che per tutta la vita saranno maschi e femmine, e che non importa quanto soffrano, quanto vogliano cose diverse, quanto il disprezzo degli altri e la paura possano costringerli in una gabbia piccola piccola con le sbarre trasparenti ma solidissime, mica capiranno.
Non saranno sempre pochi centimetri di carne a definire l’identità sessuale dell’umanità. La stessa cultura della distinzione di genere scomparirà, trascinando nel dimenticatoio tutte le complesse dinamiche collegate alla svalutazione di alcuni soggetti, implicita in ogni genere di categorizzazione. Sessismo, abuso sessuale, discriminazione, parità di genere non avranno alcun senso di esistere quando l’umanità avrà smesso di considerare la sessualità un elemento tracciante dell’esistenza unica e individualissima dell’essere umano.

Lungi da me pensare che vi sia la possibilità o un presunto diritto alla scelta del proprio sesso fino ad una singolarizzazione della sessualità per ogni individuo. La sessualità nelle sue pratiche non lesive del benessere altrui, l’esercizio o la teoria di esso non possono continuare ad essere, ingiustificatamente, criteri di differenziazione.

3. L’alfabetizzazione digitale mondiale tra le rivoluzioni del 2015

Quando ero piccolo (negli anni ’80 ero piccolo), la lingua ufficiale del mondo era il francese. I francesi si sentivano tanto fighi, anzi, à la page.

Quando il dominio economico mondiale nord-statunitense ha imposto anche una facile ma vera e propria invasione culturale, accolta almeno con gioia, bisogna dire, il francese ha storto il naso all’idea dell’inglese lingua del mondo. E naturalmente gli anglofoni si sentono cool.

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Insomma, il sogno della lingua universale, la comunicazione perfetta dell’umanità tramite un esperanto, un francese, un inglese o uno spagnolo, è limitante. Per dire, in alcuni paesi dell’Europa orientale studiano lingua italiana a scuola, la “piccola america” di chi guarda la disastrosa l’opulenza dei nostri barocchi canali televisivi.
Quando non si sviluppa direttamente da teorie che fanno leva sulle differenze di cultura, lingua, pelle, colore e religione, nella migliore delle ipotesi una globalizzazione linguistica mondiale comporterebbe la perdita di una enciclopedia mondiale di tradizioni, suoni, leggende, modi di dire, fonetica, storia. Una vera perdita di umanità, insomma.

Conservare le proprie culture, la propria lingua e le proprie tradizioni nel turbine delle innovazioni del 2015, parlando però tutti la stessa lingua.

Digital e futuro, le rivoluzioni del 2015 (2)
Abbiamo bisogno di una alfabetizzazione digitale a livello mondiale. Se è vero che in quasi tutti i Paesi (per dire) civilizzati l’alfabetizzazione diffusa ha impennato la curva delle condizioni di vita medie della popolazione, la completa alfabetizzazione digitale mondiale fornirebbe i mezzi necessari, sempre meno materiali, per sviluppo e creazione di processi migliorativi in qualsiasi parte del mondo, indipendentemente dai contesti economici, monetari, politici.
Una grossa minaccia alla disparità, alle disuguaglianze è permettere a tutti di capirsi, parlando la stessa lingua libera da incomprensioni e traduzioni (if –> else).

Facebook si sta già adoperando attivamente dal 2014 per portare il servizio in zone del mondo in cui attualmente internet non è accessibile alla popolazione.

4. Amnistia mondiale

Nessuno tocchi Caino. Più che uno slogan efficace è una delle citazioni più conosciute della Genesi, primo libro del Vecchio Testamento della Bibbia, testo sacro di riferimento per quasi due terzi dell’umanità.
Nessuno tocchi Caino vuol dire una cosa semplice: nessuna punizione può essere eterna, definitiva, nessun peccato imperdonabile.
Tra i grandi mutamenti che ci porterà il 2015, il sentimento diffuso dell’impunibilità dell’atto singolo rispetto alle cause diventerà sostanziale.

I dati sul sistema carcerario di tutti i Paesi (per dire ancora) civilizzati dimostrano questo: le carceri sono strapiene, scoppiano. I detenuti vivono spesso in condizioni disumane, costretti ad attendere tempi lunghissimi e, talvolta, dispersi tra le maglie fitte, fitte del sistema per essere, nella migliore delle ipotesi, dimenticati.

Il sistema penitenziario non riesce ad assolvere il primario dei suoi compiti: la rieducazione. Di contro, la sostanziale differenziazione a livello globale in “buoni e cattivi” permette l’incontro di soggetti deboli con drammatiche realtà criminali, pronte a nutrirsi di fresca carne all’economico mercato della miseria.

Forti di un giro economico da brividi, il carcerato tipico, spesso povero, immigrato irregolare, drogato, negro, puttana, vale decisamente più dietro le sbarre che fuori.
Rinchiudere esseri umani in angusti spazi, corrodendo quotidianamente l’umanità già ferita dagli eventi scatenanti, la reclusione, equivale al sistema intensivo di allevamento della carne, crudeltà che giustifichiamo con la gratificazione di poggiare il capo sul morbido guanciale d’oca.

Digital e futuro, le rivoluzioni del 2015 (7)

L’umanità, anzi, il singolo individuo, grazie all’internet nelle cose e all’iperconnettività acquisterà una sensibilità diversa, più ampia. L’idea di “punire e rinchiudere il colpevole” senza indagare le cause che spingono intere classi sociali ad occupare il 90% della popolazione carceraria, sparirà. Sembrerà obsoleta come la clava dell’uomo primitivo. Viaggiare nello spazio infinito e nel microcosmo della materia, non si muovono alla stessa velocità del virtuoso che rincorre il malandrino. Soprattutto quando le basi del comportamento criminale derivano da una palesemente ingiusta distribuzione delle risorse, in cui l’etica di controllore e controllato si invertono e si mischiano, risultando indistinguibili.

5. L’economia solidale e la cancellazione del debito

Va da sé che questa è la naturale conclusione di alcuni meccanismi messi in moto dai progressi precedenti.
Disarmato il concetto della distinzione in buoni e cattivi, recepito un sistema produttivo di valore e non solo di robaccia, le forme di schiavitù legate a debiti presunti e realizzati coercitivamente e in misura pesantemente sproporzionata, dagli ex (attualissimi, invece) colonizzatori, scompariranno con le vuote motivazioni e premesse che l’hanno generate.

L’alfabetizzazione informatica mondiale fornirà ai tantissimi giovani talenti inespressi all’umanità, occasione per ognuno di avvitare un bullone nella macchina speciale dell’innovazione e dello sviluppo umano.
Sostanzialmente, si tratta sempre di ridurre gli sprechi. Come la capillarizzazione, rispetto alla individualizzazione, del sistema trasporto porta riduzione delle spese e un più rapido raggiungimento del risultato con dei costi generali e personali più bassi, così, se le nostre singole menti riusciranno a comportarsi come singoli neuroni di un mega cervello umano mondiale, il risultato in termini di progresso sarà notevolmente maggiore.
La cancellazione mondiale dei rapporti di forza basati su debito e credito, spesso incomprensibili sequenze di numeri generati sulla base di accordi più o meno puliti, sarà presupposto essenziale per la formazione di una coscienza umana collettiva, in cui la collaborazione sia funzionale allo sviluppo dell’intero corpo-umanità e al rispetto del suo ambiente circostante, la Terra.