L’incredibile gaffe di Greenpeace a Nazca

Volontari di Greenpeace all'opera presso il deserto di Nazca - http://www.gizmodo.com.au/2014/12/how-greenpeace-wrecked-one-of-the-most-sacred-places-in-the-americas/
Volontari di Greenpeace all’opera presso il deserto di Nazca

Ci sarà un giorno in cui gli uccelli cadranno dal cielo, gli animali che popolano i boschi moriranno, il mare diventerà nero e i fiumi scorreranno avvelenati. Quel giorno, uomini di ogni razza si uniranno come guerrieri dell’arcobaleno per lottare contro la distruzione della Terra.

(Leggenda degli indiani nordamericani “Kwatkiutl”)

 

Nella notte tra il 7 e l’8 dicembre scorso, una ventina di attivisti di Greepeace hanno danneggiato gravemente il sito archeologico e ambientale delle Linee di Nazca. Quest’ultime sono patrimonio dell’Umanità e bene protetto dall’UNESCO dal 1994.
Senza essere muniti delle necessarie autorizzazioni e senza usare le speciali larghe suole in gomma piuma, usate dagli archeologi, si sono introdotti abusivamente nella fragile terra argillosa del deserto di Nazca lasciando tracce visibili dall’alto creando di fatto un nuovo sentiero.

Secondo le autorità peruviane, creando un danno irreparabile.

Scopo dell’iniziativa era la sensibilizzazione sul tema del cambiamento climatico, argomento che si trattava proprio in quei giorni durante la conferenza ONU.
L’iniziativa ha naturalmente scatenato il putiferio, e la stessa Greenpeace si è successivamente scusata riconoscendo il danno. Ciò non ha evitato l’apertura di una inchiesta da parte della magistratura e la denuncia da parte del governo del Perù all’Unesco.

Greenpeace, un po’ di storia

Volontari di Greenpeace in azione a difesa delle balene - www.greanpeace.org
Volontari di Greenpeace in azione a difesa delle balene – www.greanpeace.org

 

Greenpeace è una organizzazione non governativa ambientalista e pacifista. Fondata a Vancouver nel 1971, ad oggi conta uffici nazionali e regionali in 41 paesi.
La sua linea di azione è sempre stata diretta e non violenta, volta alla sensibilizzazione e alla difesa, interessata a diverse tematiche come il clima, le balene, la pericolosità dei test nucleari e l’ambiente in generale.

Tutte le testimonianze di Greenpeace si basano su:
azione diretta e non violenta, rifacendosi in parte agli insegnamenti di Ghandi
teorie scientifiche basate su ricerche indipendenti
assenza di finanziamenti da parte di enti governativi o multinazionali, per evitare influenze o pressioni o addirittura manipolazioni sui risultati scientifici o sulle attività intraprese.

L’avventura Greenpeace inizia il 15 settembre 1971. A bordo di una vecchia barca da pesca, dodici volontari partirono da Vancouver alla volta dell’isola Amchitka con l’intenzione di fermare l’esperimento nucleare che, secondo l’opinione di questi volontari, avrebbe potuto danneggiare l’ecosistema delicato di una zona protetta. Tale zona ospitava 3000 lontre di mare ed era casa per l’aquila di mare testa bianca e i falchi pellegrini.
A loro avviso tale esplosione poteva creare terremoti e maremoti e speravano di impedire il test in quanto presenti fisicamente sul posto.

Inizialmente il comitato si faceva chiamare Non create l’Onda e solo successivamente, durante il viaggio, la barca fu ribattezzata Greenpeace.

Il viaggio non giunse mai a conclusione. La barca fu intercettata dalla guardia costiera nei pressi dell’isola di Akutan, e successivamente i volontari, sfibrati dal lungo viaggio e dalle pessime condizioni meteorologiche, decisero di abbandonare l’impresa.
Nel viaggio di ritorno, incontrarono gli indiani Kwakiutl, i quali rivelarono una profezia secondo cui dei Guerrieri dell’arcobaleno avrebbero salvato il mondo prima che fosse troppo tardi e li dichiararono fratelli di sangue.

Con loro grande stupore i volontari, al loro ritorno, scoprirono di essere sulle prime pagine di molti giornali e ricevettero sostegno economico da parte di molte persone. Ciò diede loro la forza di proseguire con le loro attività.

Le azioni di Greenpeace

Esemplare di cucciolo di foca - http://www.arianuova.org/img/Foca.jpg
Esemplare di cucciolo di foca

 

Tra le varie azioni svolte da Greenpeace si può citare l’attività di ostruzionismo agli esperimenti nucleari francesi nell’isola di Moruroa, vicino alla Nuova Zelanda. Grazie alle azioni di Greenpeace, nel 1974 la Francia annunciò la fine dei test atmosferici.

Le campagne contro la caccia alle balene vengono ancora oggi attuate. Nella loro prima azione pacifista, attuata negli anni ’70, i volontari di Greenpeace utilizzarono gommoni veloci e si ponevano tra le balene e le fiocine delle navi.
Nel 1975, il The New York Times proclamava:

Per la prima volta nella storia della caccia alle balene degli esseri umani hanno messo in gioco la propria vita in favore delle balene.

 

Nel 1982 le azioni di Greenpeace si concentrarono sulle foche. I cuccioli di foca infatti, nelle prime due settimane di vita, mantengono il manto di un colore bianco candido. Ciò comporta l’uccisione di migliaia di cuccioli di foca, nel mese di marzo, per la fabbricazione di articoli di pellicceria.
All’inizio l’idea fu quella di spruzzare un colorante verde sulle foche per rendere inservibile il manto. Tale pratica, dopo le proteste dei cacciatori, fu messa al bando dal governo canadese. Successivamente, fu usata la tattica di aggrapparsi letteralmente ai cuccioli per impedire l’uccisione a bastonate ma tutto ciò non impedì il massacro.
I volontari capirono che il problema andava risolto lontano dai ghiacciai, ovvero in Europa, facendo pressione a parlamenti e governi. Tali pressioni furono così tanto efficaci che la Comunità Europea, nel 1984, vietò importazione di manufatti in pelliccia di foca.

Le Linee di Nazca

Il Colibrì - http://www.globeholidays.net/South_America/Peru/Media/Nazca_Peru_Lineas.jpg
Il Colibrì

 

Tra le città peruviane di Nazca e Palpa, si erge un altipiano arido conosciuto come deserto di Nazca. In questo luogo deserto e inospitale, sono tracciati più di 800 disegni. Sono profili stilizzati di animali comuni nell’area: balena, pappagallo, lucertola, colibrì, condor e ragno.
Si ritiene che gli autori di tali geoglifi siano stati i Nazca, tra il 300 e 500 d.c.. Realizzati rimuovendo dal terreno le pietre contenenti ossidi di ferro e lasciando così un contrasto più chiaro con il pietrisco sottostante, l’ipotesi più accreditata e realistica circa la loro costruzione induce a pensare che gli antichi peruviani abbiano dapprima realizzato disegni in scala ridotta che sarebbero stati successivamente riportati (ingranditi) sul terreno con l’aiuto di un opportuno reticolato di corde (in maniera simile a come fece Gutzon Borglum, l’artista che scolpì i volti dei Presidenti statunitensi sul monte Rushmore). Questa ipotesi sarebbe avvalorata anche dai reperti archeologici rinvenuti da Reindel e Isla durante i loro studi.

L’incredibile gaffe di Greenpeace

Il messaggio di Greenpeace - http://media2.s-nbcnews.com/i/newscms/2014_50/804461/141211-nazca-greenpeace-kns-1600_3d34af2886486bfc0c8a4941597ccfc9.jpg
Il messaggio di Greenpeace

 

L’azione pacifista di Greenpeace ha dell’incredibile, dimostrando una disattenzione clamorosa nella preparazione delle azioni di protesta su un tema in ogni caso importantissimo e delicato, quello del cambiamento climatico.
Con questa azione hanno gravemente danneggiato, in modo permanente, i geoglifi di Nazca con il calpestio sul suolo fragile e argilloso. Tale calpestio sarà praticamente permanente, grazie alla quasi assente azione del vento di quella particolare zona.
È giusto, dunque, che l’associazione Greenpeace paghi la conseguenza delle proprie azioni. Come pagheranno e quanto, sarà da vedere.

Ma è utile ricordare i successi e i meriti di questi volontari, che hanno contribuito in materia determinante alla sensibilizzazione su tematiche come esperimenti nucleari, caccia alle balene, trattamento delle scorie nucleari e trivellazioni incontrollate nei mari, solo per citarne alcune.
Resta un bene, quindi, sostenere (economicamente e non) e seguire le opere di questi volontari che operano, nonostante gli immancabili errori, per il bene comune e del nostro pianeta.