Melodic death metal, tra ritorni e sorprese

At the gates

Questa volta ci occupiamo di tre nuovi album (At the Gates, Bloodshot Dawn, Mouth of Oceans) e di melodic death metal o melodeath. Queste classificazioni potranno sembrare un ossimoro a molti: si tratta di una combinazione di elementi death con altri che sono invece tipici dalla New Wave di Heavy Metal Britannico (NWOBHM). Questo ennesimo ramo del robusto albero del metallo nasce in Svezia già a partire dagli anni ’90: la scena death locale cercò di rendere popolare lo stile, che fu messo a fuoco particolarmente col Gothenburg metal. Un certo successo fu riscosso anche in America, dove il genere fu descritto come Swedecore.

Dopo diciannove anni tornano gli At the Gates

At War with Reality, il quinto album degli svedesi At the Gates, tra i fondatori del genere, ha già ricevuto una risposta positiva dalla critica. Si tratta del primo ad essere prodotto in studio dalla band dal 1995: questa si era infatti sciolta nel 1996 e ricostituita nel 2008, pubblicando Purgatory Unleashed – Live at Wacken, nel 2010. L’album era uno dei più attesi dell’anno, e dopo ben diciannove anni, gli At the Gates non tradiscono, proponendo un’opera che non si discosta dai canoni del genere che hanno contribuito a costruire, ma che brilla per ispirazione ed esecuzione. La maggior parte delle recensioni sono positive o estremamente positive, qualcuno si spinge a definirlo il miglior album metal dell’anno o il miglior ritorno di sempre. Difficile trovare qualche pezzo meno riuscito in questo insieme di grande talento e solidità: la varietà dei brani si coglie nella presenza di brani tonici come Death and the Labyrinth e The Head of the Hydra, che ne accompagnano altri non meno epici come The Book of Sand (Abomination) e altri più melodici come The Circular Ruins e The Night Eternal.

I Bloodshot Dawn, da Kickstarter a Bandcamp

Passiamo quindi all’album Demons degli inglesi Bloodshot Dawn, partito grazie a un finanziamento su kickstarter e tra i più venduti del momento su Bandcamp. Anche qui si suona melodic death metal, e, sulla base di quanto detto prima, non suonerà strano che molti degli ospiti siano originari dell’area nordeuropea. In particolare, le voci sono molto influenzate dal death metal, ma la parte strumentale presenta influenze shredding, power, progressive e speed metal. Si sarà facilmente compreso che la tecnica è quindi un elemento in primo piano. Il brano più riuscito è probabilmente Unified, le cui progressioni adrenaliche ritornano più volte nei sette minuti che lo compongono.

Bloodshot Dawn

Demons by Bloodshot Dawn

 

Melodia e Psichedelia nei Mouth of Oceans

Come terza proposta di ascolto si suggerisce Iron Ocean, seconda prova dei tedeschi Mouth of Oceans. La band promette qui melodia e psichedelia mescolate alla solita componente death metal. Dopo l’inizio leggero si nota in effetti una certa, piacevole varietà nelle composizioni, e le melodie spesso sembrano trarre ispirazioni anche dal passato meno recente. Lo schema sembra poi ripetersi per tutto il brano: brevi e leggere introduzioni strumentali lasciano spazio a brani più o meno lunghi e distorti, sempre pesantemente contaminati dalla psichedelia e con un occhio di riguardo all’aspetto melodico. Tutto questo è poi precisamente quanto comunicato dalla copertina, a metà tra gli anni ’60 e il metal più estremo.

 

 

Iron Ocean by Mouth Of Oceans

 

Credits foto: decibelmagazine.com/ metal-archives.com