Paolo Alessandro Cherubini ed il suo mondo audio [INTERVISTA]

Intervista a Paolo Alessandro Cherubini.

Il mondo dell’audio con le sue mille sfaccettature “a puntate” in un vlog, quello creato da Paolo Alessandro Cherubini, giovane ingegnere del suono con il quale abbiamo fatto una simpatica e piacevole chiacchierata.

Copertina vlog

Paolo Alessandro Cherubini, come nasce l’idea di un vlog e soprattutto qual è la risposta che ottieni dall’utenza?

L’idea del vlog nasce dal fatto di voler creare qualcosa di leggermente differente dai classici video tutorial o blog scritti che si trovano in rete; fornendo dei contenuti sul mondo dell’audio in modo rapido e senza la pretesa di insegnare nulla a nessuno. 

Sto vedendo che alcuni argomenti interessano di più rispetto ad altri, sopratutto quelli rivolti ai musicisti in cui mostro qualche piccolo esperimento che ho realizzato in alcune registrazioni per ottenere un particolare tipo di suono, perché lo studio di registrazione è un posto affascinante dove poter dar sfogo alla creatività sia dei tecnici che dei musicisti.

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Un ingegnere-musicista, razionalità e irrazionalità in uno stesso corpo, come dosare e impastare bene questi due ingredienti per riuscire ad ottenere un ottimo lavoro musicale?

A seconda di ciò che devo svolgere posso vedere l’operato da diverse angolazioni, soprattutto quando mi trovo a lavorare per altri cerco sempre di non far prendere il sopravvento a nessuna delle due parti provando a mantenere un equilibrio, questo per non allontanarmi troppo da ciò che si aspetterebbe un musicista da me senza rischiare di affondare in tecnicismi che possono risultare poco comprensibili per un artista.

Altresì alcune volte mi relaziono anche da ingegnere del suono proprio perché quando ci sia bisogno l’artista prenda consapevolezza di quello che accadrà ed acquisti fiducia nel mio operato.

Se invece mi ritrovo al lavoro su mie composizioni separo molto le due figure facendomi assorbire da entrambe durante tutto il processo creativo; all’inizio privilegio “l’irrazionalità” del musicista che sta componendo il suo brano per poi passare a vestire i panni dell’ingegnere del suono, produttore, che mixa e porta a conclusione il lavoro.

Il tuo vlog, un canale dedicato ai musicisti in cui si trovano accorgimenti da adottare in fase di registrazione e tante accattivanti sperimentazioni. Come nascono queste idee?

Come ti dicevo prima, cerco con il mio vlog di rivolgermi principalmente ai musicisti e gli argomenti che propongo nascono per lo più dal fatto che abbia utilizzato delle tecniche particolari durante le registrazioni, come nel caso dell‘idrofono, oppure scaturiscono da delle richieste specifiche come nel video sulle differenze tra superfici assorbenti, riflettenti e diffondenti.

Infine vorrei cercare di dare al vlog una cadenza abbastanza regolare, ma purtroppo non sempre mi riesce causa diversi impegni che mi assorbono in larga parte.

Parlaci delle tue creazioni, magari facendo riferimento a qualcosa che ha davvero destato curiosità ed efficacia.

Nel mio vlog si possono visionare dei risultati di esperimenti che ho condotto direttamente su registrazioni che ho avuto il piacere di effettuare; queste idee nascono dal fatto che quando mi rendo conto che l’oggetto mi sembra che funzioni provo a mostrarlo per sapere anche se gli altri possano trovarlo utile.

Per esempio ho realizzato un cuscino di materiale fonoassorbente sagomato da inserire nella grancassa della batteria per cercare di attenuare delle risonanze indesiderate senza che il suono dello strumento venga snaturato.

Prossimamente inserirò due video su un paio di casse particolari equipaggiate entrambe con coni di piccola dimensione, ma una costruita all’interno di un beauty case, entrambe sono state fatte per avere dei suoni abbastanza acuti e taglienti da usare in certi frangenti sulle chitarre elettriche.

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Per quanto riguarda il settore dell’audio legato al cinema e agli effetti speciali ci saranno sviluppi interessanti nel tuo vlog?

Nel vlog ho inserito dei video che riguardano il sound design ovvero la manipolazione di suoni ripresi magari da oggetti di uso comune che poi in studio vengono trattati e fatti diventare qualcos’altro tipo: esplosioni, versi di strani animali, o suoni di atmosfera.

Attualmente sono assorbito da alcuni impegni che riguardano anche questo aspetto e non riesco a trovare il tempo per poter elaborare altri video simili, però non appena avrò occasione non mancherò di pubblicarne altri.

ArteX: di cosa si tratta e come nasce?

ArteX è un progetto di creatività nato da due ingegneri del suono e produttori Vittorio Vitiello ed io dove cerchiamo di suonare anche tutti gli strumenti che utilizziamo.

Abbiamo deciso di collaborare perché, nonostante svogliamo lo stesso lavoro, crediamo molto nella collaborazione e condivisione lavorativa; in questo modo ci mettiamo al servizio di tutti quei professionisti che necessitano di musiche originali e di sound design per sonorizzare le proprie opere.

I brani che realizziamo sono caratterizzati da una commistione di generi musicali diversi e da una presenza abbastanza massiccia di effetti sonori, quindi anche se apparentemente potrebbero sembrare dei brani slegati tra loro in realtà il filo conduttore è la sperimentazione, caratteristica che ci porta a registrare a volte le cose più disparate come ad esempio un montacarichi e le fusa di un gatto mescolate a diversi sintetizzatori, visto che entrambi nutriamo una forte passione per la musica elettronica.

Ritieni che la figura esperta di un ingegnere del suono manchi nel mondo musicale (intendiamo la musica underground, senza andare troppo ai piani alti), che sia data la giusta considerazione e giustizia?

Sia quando ci troviamo in uno spettacolo dal vivo, sia che siamo in uno studio di registrazione la figura dell’ingegnere del suono è importante perché nel primo caso è l’interfaccia tra chi sta sul palco ed il pubblico che con il suo operato deve cercare di rendere gradevole lo show e da lui spesso ne dipende la riuscita finale; mentre nel secondo caso è colui che aiuta gli artisti ad esprimersi al meglio nelle registrazioni cercando di valorizzarli il più possibile.

Detto ciò purtroppo noto ancora una certa mancanza culturale sopratutto in Italia di questa figura, certamente non nei così detti piani alti, ma se restiamo nel mondo underground a volte ho potuto notare persone che si improvvisavano tecnici.

Proprio come i musicisti passano gran parte del loro tempo a studiare la teoria e la tecnica del proprio strumento, anche gli ingegneri del suono studiano i comportamenti delle onde sonore nelle varie situazioni, il funzionamento di diverse macchine che sono divenute ormai necessarie per poter lavorare e le varie tecniche di missaggio proprio per cercare di evitare errori che poi si traducono in risultati mediocri facendo scaturire spesso pochi apprezzamenti dal pubblico.

Dal canto mio provo a stabilire un buon rapporto con i musicisti fin dall’inizio, cercando di conoscerli se possibile qualche giorno prima di uno spettacolo o una registrazione per capire quali siano tutte le loro esigenze, mi auguro così che si instauri un interscambio necessario per ottenere il miglior risultato possibile, proprio perché il tecnico del suono per me è colui che accompagna l’artista nel suo spettacolo mettendolo in luce, senza mai primeggiare; spero di riuscirci il più possibile.

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Grazie a Paolo Alessandro Cherubini e, per finire, se ti dicessi Pinguino a cosa penseresti?

Un ringraziamento speciale a voi di Pinguino Mag e vi lascio con una piccola analogia, forse un po’ autoreferenziale che mi viene in mente pensando al Pinguino che è un animale molto specializzato, essendo un abilissimo nuotatore, ed è anche molto socievole un po’ come gli ingegneri del suono! Ahahah.

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