Strumenti didattici alternativi: il web aiuta la scuola italiana

Nativi digitali e millenials. Sovrastimolati e iperconnessi. Ecco, tra le altre, le definizioni per caratterizzare la nuova generazione, con attributi nuovi e completamente diversi rispetto all’ormai sorpassata generazione X, cioè quella degli eterni “bamboccioni”, “choosy” con il problema della disoccupazione dei trenta-quarantenni.

Come il web può aiutare la scuola italiana - strumenti didattici alternativi
Foto: White77 / Pixabay

Abbandonata l’idea di “recuperare” e trovare una collocazione sociale per questa fascia di “nati male”, che – ahimè – sono venuti al mondo nel momento sbagliato, è bene che la società di oggi punti sulle nuove generazioni, con la speranza che almeno loro possano aspirare davvero a cambiare il mondo.
Ma, anche grazie ai moltissimi strumenti didattici alternativi che oggi il web mette a disposizione delle nuove schiere di alunni e di insegnanti.

Gli insegnanti 2.0 e gli strumenti didattici alternativi

Una delle difficoltà maggiori lamentate dai docenti del nuovo millennio è la difficoltà nel coinvolgere gli studenti nelle normali lezioni, frontali o partecipative che siano. E non c’è L.I.M. (lavagna interattiva multimediale) o videoproiettore che regga il confronto con uno smartphone, nascosto nella tasca del giubbotto e furbamente sbirciato dal sottobanco.

Come il web può aiutare la scuola italiana - strumenti didattici alternativi
Immagine: geralt / Pixabay

Moltissimi gli insegnanti alla costante ricerca di strumenti didattici alternativi a disposizione sul web, come ausilio alle normali lezioni e alle noiose letture dal libro di testo. E non ci riferiamo solo ai cd e ai materiali multimediali ormai costantemente distribuiti insieme ai testi normalmente in adozione nelle scuole.

Per il prof. che oggi vuole essere al passo con i tempi e insegnare, ad esempio, l’italiano in modo più coinvolgente ma senza perdere il valore formativo del proprio lavoro, i supporti sono moltissimi.

Qui ne analizzeremo solo alcuni, che riteniamo davvero notevoli quanto a capacità attrattiva per il pubblico dei giovani, ma anche per contemporaneità nell’uso dello strumento simbolo del web 2.0, il social network.

I BigNomi

Sono l’idea partorita in casa Rai nel 2013. Un’enciclopedia per cellulari, da consultare con un’app gratuita e divertente, o da guardare direttamente sul sito Rai e su youtube. I professori in cattedra in questo caso sono volti noti di cinema e tv. La versione multimediale del vecchio alleato di tutti gli studenti, il Bignami, di cui i BigNomi sono un’evidente derivato, è sviluppata da RaiNet, da un’idea dell’autore Giovanni Benincasa. Disponibile gratuitamente negli store digitali per Apple e Android, BigNomi è una mini-enciclopedia disponibile su smartphone, su cui ripassare le nozioni principali per essere preparati per le interrogazioni a scuola.

Eventi storici, personaggi, definizioni. I BigNomi sono un utile recap di tutti gli elementi principali da ricordare sui vari argomenti, per ora di Italiano e Storia, con il vantaggio di lasciare un’impronta visiva, agevolando gli studenti figli della società delle immagini.

Paola Cortellesi, Fiorello, Alessandro Siani, Lillo & Greg, Elio, Max Pezzali, Valerio Mastandrea e tanti altri, sono stati chiamati a recitare una o più voci dell’enciclopedia, sulle orme dell’ormai dimenticato Alberto Manzi, con il suo Non è mai troppo tardi, il programma televisivo che insegnò a leggere e scrivere a intere generazioni di Italiani ancora analfabeti negli anni Sessanta.

Repetita iuvant

I Repetita sono video-lezioni, esercizi, aule virtuali e tanto altro per la scuola ideato dall’Enciclopedia Italiana Treccani. Il Progetto nasce come un servizio a sostegno dello studio grazie alla proposta di varie attività e servizi pensati sulla base delle caratteristiche di ogni studente, in un modo più moderno, attivo, coinvolgente e individuale.

Per gli studenti l’offerta di Repetita riguarda lezioni dal vivo su specifici temi del programma, ma anche materiali didattici in formato ebook, esercizi e test di autovalutazioni e, infine, il contributo video della lezione multimediale disponibile anche su youtube.

Per i docenti un luogo aperto in cui collaborare nella gestione dei servizi di supporto allo studio.
Per tutti, inoltre, una pagina facebook in continuo aggiornamento, con una raccolta di notizie interessanti sul mondo della scuola, per studenti, insegnanti o aspiranti tali.

L’Accademia della Crusca su Facebook e Twitter

Da quando la più antica istituzione della lingua italiana ha messo bocca sui social ha raccolto un consenso di quasi 190.000 “Mi piace” su Facebook e più di 25.000 follower su Twitter. Il motivo di un tale successo non sta solo nella prontezza e nella capacità delle due brave social manager, Vera Gheno e Stefania Iannizzotto, ma anche nella quantità di risorse disponibili per risolvere ogni dubbio sulla “dolce lingua”.

Chiunque si sarà trovato a chiedersi “Si dirà mi raccomando o ti raccomando?”. Oppure, è giusto usare mille abbreviazioni negli sms (xkè, cmq, tvb, nn)? O ancora, “Si può dire davvero whatsappiamo?”

Grazie ai social e al servizio di consulenza dell’Accademia della Crusca, basta chiedere ed ogni dubbio verrà sciolto con una risposta secca o con una scheda completa sull’argomento.
Un sistema semplice, veloce e social per approfondire l’uso e la storia della lingua.

Insomma, la rete non offre solo pagine facebook divertenti e culturalmente impegnative, ma anche veri e propri sussidi alla didattica, che possono accompagnare il lavoro degli insegnanti e rendere più accattivante e interessante quello degli studenti.

1 commento

  1. Gentilissima Lisa,

    mi spiace che il mio articolo abbi suscitato questa reazione. Forse non si coglie bene l’ironia nelle mie parole iniziali, riferite esattamente alla MIA di generazione!

    Sono d’accordo che la scuola e i titoli abbiano ancora un valore (e non credo assolutamente che la loro unica funzione sia quella di deterrente).

    Questo articolo invece voleva essere un utile spunto per tutti quei docenti, ancora innamorati del proprio lavoro e anche della propria funzione sociale, che continuamente si muovono alla ricerca di spunti per rendere più attraenti le lezioni per i loro studenti. Le assicuro che Prof. così ce ne se non tanti, per fortuna aggiungerei!

    Un caro saluto,

    Daria.

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