Taco Bell e la campagna social in nero

Taco Bell e la campagna social in nero

La presentazione dell’app di Taco Bell non è passata affatto inosservata. Dopo l’annuncio in livestream di ieri mattina l’azienda californiana, famosa per la sua cucina in stile Tex-Mex, ha sorpreso persino i suoi clienti simulando un black out dei suoi canali social. Il fatto esaltante non sta tanto nel valore rappresentato dall’app che la Taco Bell ha deciso di fornire ai suoi clienti, ma dalla singolare modalità messa in atto per comunicare ossia una campagna social non convenzionale, mirata esclusivamente a veicolare la nuova app mobile.

 

Il black out dei social media

La gente che ha visitato i canali social della catena si è trovata di fronte all’inaspettato: non c’erano più informazioni sull’azienda, i post precedenti erano scomparsi e tutto era colorato di nero. L’unica traccia lasciata dall’azienda era l’hashtag #onlyintheapp con un link per il download e la scritta “la strada per Taco Bell non è qui” . “Ci sentiamo fortunati ad avere dei fan incredibili e abbiamo fatto in modo che fossero i primi ad ottenere l’applicazione” dichiara Tressie Lieberman, senior director della digital experience e del social engagement di Taco Bell, “Ci sono un sacco di applicazioni là fuori perciò abbiamo deciso di sfondare con un messaggio molto intrigante”. Su Facebook, Twitter, Instagram, Youtube e Tumblr vi è una momentanea interruzione delle attività social ma l’azienda ha conservato la sua solida base di follower. Infatti la sua pagina di Facebook ha 10.637.749 mi piace e il suo acccount di Instagram ha oltre 4,8 milioni di follower, mentre l’hashtag #onlyintheapp secondo Topsy è stato menzionato 4563 volte. Su Twitter il vecchio account è stato rinominato totallynothere e il nuovo chiamato semplicemente Taco Bell ha 3784 follower.

Taco Bell e la campagna social in nero

L’app mobile di Taco Bell

L’applicazione, disponibile per iOS e Android è stato sviluppato in collaborazione con l’agenzia digitale di DigitasLBi e consente ai consumatori la possibilità di personalizzare i loro ordini creando ciò che vogliono, quando lo vogliono, ma va anche oltre il semplice ordine perché permette di approfittare delle offerte speciali e dei benefici del programma fedeltà. Una feature interessante è la “Rotate to Reorder”, una lista dei cibi preferiti e che rende più semplice il riordino. Inoltre sono in programma delle implementazioni che facilitano gli ordini da parte dei clienti anche quando si va fisicamente in un fast food della catena. Per Brian Niccols, presidente della Taco Bell “La nostra nuova app mobile è solo l’inizio di come intendiamo usare la tecnologia per abbattere i muri dei nostri ristoranti e diventare più trasparenti con i nostri clienti circa il nostro cibo”. L’applicazione è un altro sforzo verso l’impegno del marchio per raggiungere il suo obiettivo di raddoppiare le sue entrate a 14 miliardi di dollari e l’aggiunta di 2.000 nuovi posti di lavoro nel corso dei prossimi otto anni. A parte il blackout dei social media, Taco Bell sta mandando in TV uno spot televisivo realizzato dalla Deutsch LA, un video promozionale con il gruppo musicale statunitense Neon Trees e un video con la Youtube celebrity Shane Dawson, che offre ai consumatori una demo dell’ app.
Taco Bell e la campagna social in nero

Un lieto fine?

L’epilogo di questa storia non è ancora stato scritto e per questo non si può definire l’approccio della Taco Bell un successo. L’operazione può essere di esempio perché dimostra come in realtà, in una strategia di comunicazione, ciò che conta non è lo strumento in sé ma come si utilizza lo strumento. I social permettono di avvicinarci al consumatore, di dialogare con il mercato di riferimento ma non è scontato che veicolare un qualsiasi messaggio senza una strategia porti ad un risultato positivo. Infatti c’è chi ha lamentato la mancanza di informazioni sul sito dopo il lancio dell’app e di nuovi prodotti, chi invece non ha una grande dimestichezza con gli smartphone o non lo possiede e quindi è infastidito dalla mancanza totale di informazioni sui social e dall’impossibilità di ricevere un feedback. Ciò che possiamo dire è che molto probabilmente gli scontenti non erano inclusi nel target di questa comunicazione e che quindi non hanno compreso la svolta digitale dell’azienda. Ogni innovazione porta in sé una ventata intrinseca di cambiamento, che può essere sin da subito metabolizzata o rigettata ma a prescindere da ciò, forse l’azienda avrebbe potuto lasciare indenne il proprio sito e spiegare alla propria clientela fidelizzata cosa stava accadendo.