Zero Estensioni Neuronali, attraversando la Porta Stretta [INTERVISTA]

Zero Estensioni Neuronali, attraversando la Porta Stretta

La Porta Stretta è l’ultimo album pop rock di ØEN – Zero Estensioni Neuronali. Un album di pop rock “come purtroppo se ne fanno sempre meno”.

Il nome della band contiene un invito all’abbandono emotivo in favore della musica, che secondo la band può fluire in modo dirompente e diretto, senza ostacoli di preconcetto o prevenzione, solo “spegnendo” neuroni e cervello.

Piero D’Andria degli Zero Estensioni Neuronali ha risposto ad alcune domande per Pinguino Mag: vi lasciamo dunque alle loro parole per scoprire meglio cosa c’è dietro il loro ultimo lavoro.

 

 

Cosa vorreste assolutamente dire del vostro nuovo album, che magari potrebbe sfuggire all’ascoltatore o a chi vi recensisce?

Vorremmo dire che è un album pieno e denso di fantasia e musicalità, pieno di sorprese strumentali e di testo. È un disco come purtroppo se ne fanno sempre meno. È farcito da tantissime soluzioni che dovrebbero accontentare sia gli amanti di “certe” sonorità, sia quelli che cercano testi non banali né stupidi.

Non un disco “decadente”, realizzato in qualche giorno, e neanche strillato con chitarre stridenti o distorte a tutti i costi per coprire quello che non c’è. È un album “diesel” che ti entra dentro e non ti lascia perché utilizza il pop/rock solo come scusa per dire molte cose ed andare in tante direzioni musicali diverse.

Tra le vostre ispirazioni più esplicite ci sono i Police. Perché sono così importanti per voi? Ci sono altre influenze che vorreste ricordare?

Band come The Police, così come molte altre di quel periodo storico dopo il quale le novità di livello secondo noi non sono poi state moltissime, sono state linfa vitale per moltissimi ragazzi e musicisti. Erano costituite da generazioni che avevano voglia di dire e fare cose importanti attraverso la musica.

Noi idealmente volevamo ripartire proprio da quel periodo per muoverci in avanti ed esplorare anche altro.  Sui Police (e principalmente sul loro “chitarrismo”) pensiamo siano stata una band d’eccezione e freschissima in ambito pop rock. Tra le pochissime a mettere d’accordo il musicista con l’ascoltatore in soli tre minuti di brano. Una sintesi  quasi perfetta, un fenomeno rarissimo che ha lasciato un solco enorme malgrado la loro ristrettissima discografia.

La loro voracità ed eleganza musicale per noi  è stata ed è un esempio di creatività.

 

 

Com’è cambiata la musica di Zero Estensioni Neuronali, dal 2007 ad oggi?

La musica si evolve con la persona, non resta statica. Non saprei dire in cosa sia cambiata ma di certo la maturità compositiva e di ricerca nel testo è migliorata.

Del resto si cresce sempre cercando di non involvere e rimanere aperti. Gli arrangiamenti e tutto il contenuto rappresenta al meglio quello che volevamo dire e fare. Speriamo però che il messaggio venga recepito nel modo più chiaro possibile.

La voce nei vari brani può ricordare Tiziano Ferro (Dillo in Silenzio e successive), Nek (Psiconauta, Cuore di Carta), o i Police. A quali altri musicisti siete stati accostati?

Guarda, Tiziano Ferro e Nek mancavano (ma questo è il rischio ed il divertimento della citazione). Oddio, per quanto riguarda Tiziano Ferro davvero non saprei, non rientrando davvero nei nostri ascolti.

Quanto a Nek, beh abbiamo certamente gli stessi ascolti “giovanili” e credo siano più le linee melodiche a ricordare qualcosa di comune, ma neanche lui rientra tra i nostri ascolti.

Qualcuno ci ha sentito i Subsonica, altri addirittura i Genesis. La cosa mi diverte un mondo ma credo possa essere prevalentemente riconducibile alla memoria, alla conoscenza ed anche all’età di chi ascolta.

Magari qualcuno non sa e non conosce artisti che a loro volta hanno influenzato Nek o i Subsonica facendo partire giustamente il riferimento. Ripeto, per noi è divertentissimo ascoltare pareri così diversi e leciti.

Ci piace che ognuno ascolti nei nostri brani ciò che ci vuol sentire e ci accosti a chi voglia.

Qual è la più grossa soddisfazione che vi ha dato la musica in questi anni?

[inlinetweet prefix=”” tweeter=”” suffix=””]La più grossa soddisfazione della musica è farla. Ti rende migliore, libero e creativo[/inlinetweet] ed un po’ lo Psiconauta, esploratore di te stesso. È un viaggio prima interiore e poi razionale davvero misterioso ed incredibile.

La più grande soddisfazione concreta invece, è stata l’essere contattati e riconosciuti da “tale” Mick Glossop, produttore ed ingegnere del suono per Zappa, Van Morrison, Mike Oldfield e mille altri, che dall’Inghilterra e senza alcun santo in paradiso voleva diventare il produttore artistico del progetto.

La nostra etichetta di allora (quella di Guido Elmi) pensò bene di non farne nulla… Questa è l’ITALIA.

Perché scegliere la Porta Stretta?

Perché parla di noi persone comuni, raccontando con amore dei nostri fragili disagi mentre la musica ti porta su percorsi paralleli pieni di possibilità e sorprese…

Ed anche perché La porta stretta (in sintesi) ti fa pensare danzando. Questo è tutto quello che a noi piacerebbe accadesse ascoltandolo.