Lezioni di Cicerone ai politici di oggi

Cicerone era la coscienza scomoda di Roma. Un Machiavelli senza machiavellismo che impiegò la retorica per smascherare i demagoghi del suo tempo. Quali sarebbero state le lezioni di Cicerone ai politici di oggi?

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Lezioni di Cicerone per i politici di oggi – Foto di  Vincenzo Foppa – Web Gallery of Art:   Image  Info about artwork, Pubblico dominio

Al potere e ai despoti che amministravano ingiustamente, ha spiattellato sempre in faccia le regole di comportamento degli uomini retti che basano la loro vita sui principi e si oppongono alle ingiustizie con personalità forte.

Può essere utile, in questa epoca di corruzione e mal costume dove meritocrazia e impegno sono sotterrati e soppiantati da opportunismo e rapporti (molto romani) clientelari, volgere lo sguardo al passato?

Le lezioni di Cicerone ai politici di oggi

Che le parole di Cicerone siano tuttora attuali dice davvero molto sulla figura del famoso oratore, ma dice molto anche su noi stessi che, nonostante il trascorrere dei secoli, rimaniamo incatenati alla servitù del padrone, il denaro, e alla ambizione provinciale e piccolo borghese di salire al punto più alto possibile della scala gerarchica.

VintageBlue / Pixabay – Le lezioni di Cicerone

La verità si corrompe tanto con la menzogna quanto con il silenzio è una enunciazione che si adatta benissimo al tempo presente e al nostro modo di avvicinarci ad una informazione sempre più “di squadra”, che ci priva dell’eterogeneità e pluralità delle fonti e delle opinioni.

Recuperare la voce di un console del primo secolo avanti Cristo perché ancora attuale, dimostra che gli uomini continuano, da centinaia di anni, a perseverare negli stessi errori.

Dice Pedro Barceló, professore di Storia Antica all’ Universidad de Potsdam e coautore di «Historia del pensamiento político griego: teoría y praxis. De Homero a Aristóteles»

La democrazia è un sistema rappresentativo dominato da una classe politica che lo ha monopolizzato. Quello che i tempi antichi ci mostrano, soprattutto, è la responsabilità e l’intimo collegamento tra eletto ed elettore: chi è al potere deve necessariamente dar conto a chi lo ha eletto.

Questa è una differenza abissale rispetto al mondo moderno, dove la corruzione è imperante e gli elettori si lamentano che nulla cambia davvero, mai. Abbiamo oggi classi politiche che si fanno scudo delle leggi e delle immunità per evitare le conseguenze penali di comportamenti ingiustificabili.

A Roma, a fine mandato, l’operato rimaneva sotto gli occhi di tutti che potevano sollevare obiezioni e imputare responsabilità.

Immigrazione, guerra, tirannia. Cicerone comincia sempre le sue riflessioni da domande molto semplici: quali sono le basi di un giusto governo? Qual è il regime migliore? Come dovrebbe comportarsi un amministratore?

Cicerone, conservatore moderato, credeva fermamente nella possibilità di confrontarsi e collaborare con gli altri schieramenti politici per il bene della nazione e del suo popolo. Le sue sono parole di un vero uomo di Stato, più che di un politico.

L’evidente mancanza di preparazione della nostra classe politica è una delle critiche più comuni e ripetute.

Quando abbiamo bisogno di un armadio sappiamo bene chi chiamare e scegliamo un falegname esperto, ma quando ci serve un politico, lo eleggiamo senza alcuna competenza o formazione specifica.

Lezioni di Cicerone ai politici di oggi
Lezioni di Cicerone ai politici di oggi

La formazione di un uomo che occupava un incarico pubblico a Roma era (è?) essenziale. Quest’uomo doveva dominare lo scenario politico, possedere una sufficiente preparazione militare e capacità di affrontare gli imprevisti.

A Roma i magistrati cambiavano con cadenza annuale ma il Senato, la “somma” delle esperienze di tutti i magistrati, rimaneva invariato. Qui si accumulava tutto la conoscenza politica che non ci si poteva permettere di disperdere con l’avvicendarsi delle cariche.

Per questo era necessario possedere una buona capacità oratoria e apportare una significativa esperienza amministrativa al gruppo. Senza queste qualità, la carriera politica era inarrivabile.

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Le lezioni pratiche di Cicerone ai politici di oggi

Lezioni di Cicerone –  Steppinstars / Pixabay

Quali sono i presupposti su cui Cicerone basa le sue lezioni e la sua critica?

UNO Afferma che esistono leggi divine che garantiscono le libertà fondamentali a tutti e devono indirizzare la condotta dei governi (concetto ripreso evidentemente dalla Dichiarazione di Indipendenza formulata dai padri fondatori degli Stati Uniti d’America).

DUE – Un giusto governo dovrebbe fondarsi su un sistema di supervisione ed equilibrio: bisogna sospettare dell’amministratore che elude leggi costituzionali col pretesto dell’urgenza, della necessità o della convenienza.

TRE – Nessuna paura di costruire ponti tra noi e i nostri oppositori: l’orgoglio è un lusso che non possiamo permetterci.

QUATTRO – Chi governa una nazione deve essere tra le menti più abili e perspicaci del paese.

CINQUE – L’avidità, la corruzione e la frode divorano lo Stato dall’interno e lo rendono debole e vulnerabile. La corruzione non è solo un male morale, ma una minaccia concreta che porta la popolazione (almeno) a disamorarsi della politica, quando non la avvinghia nella rabbia e la spinge a moti di ribellione.

SEI – Chi governa ha l’obbligo di garantire in abbondanza tutto ciò che serve alla popolazione per sopravvivere.

Cicerone e l’avidità della classe politica

Lo dice spesso, Cicerone: non c’è peccato più esecrabile dell’avidità.

Le lezioni di Cicerone sono ancora molto attuali: servirsi di un incarico pubblico per trarne un ingiustificato guadagno non è solo sbagliato, è immorale, criminale, perfino abominevole.

Roma si espanse tanto concedendo la cittadinanza a persone e popoli di cultura completamente diversa (torna qui il parallelismo con gli Stati Uniti d’America). In base a questo, Cicerone afferma:

Difendo un principio universale: che fra tutte le regioni e i paesi della terra non esiste nessuno tanto nemico del popolo romano, per odio o disaccordo, né qualcuno tanto simile e amichevole a noi per fedeltà e benevolenza che non possiamo accoglierlo tra noi e onorarlo con la cittadinanza romana.

Asseriva infatti che gli unici motivi per cui è necessario e giustificato ricorrere all’uso della forza e della guerra sono salvare l’onore o difendersi. Se si può parlare di guerra giusta, l’unica è quella che si intraprende per punire un comportamento scorretto o per respingere il nemico che avanza.

Di Blackcat - Opera propria, CC BY-SA 3.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=18409706
Lezioni di Cicerone – Foto Di Blackcat – Opera propria, CC BY-SA 3.0

Un cinico finale per le lezioni di Cicerone alla classe politica di oggi

La ricerca della verità assicura grandi nemici e Cicerone non fu una eccezione.

Le orazioni del giurista romano lo misero in una posizione molto scomoda, tale e quale ai suoi discorsi: Ottaviano Augusto si assicurò che le sue parole non tornassero a essere udite in Senato e ordinò che gli venissero tagliati testa e mani per esporli nel Foro.

Aveva così privato Cicerone non solo della vita ma anche delle armi dell’oratoria gestuale del corpo.

Liberamente tradotto e integrato dall'articolo originale.