Ancora trekking: come evitare di perdersi nella natura

Foto di Marcello Lombardi
Sentiero per Monte Vettore – Foto di Marcello Lombardi

 

Dopo aver compreso quali sono i benefici del trekking e il tipo di allenamento richiesto, non resta che scegliere il sentiero da percorrere.

Sentiero: definizione e classificazione

Ma cosa è un sentiero? All’interno del sistema giuridico italiano, l’unica definizione disponibile la troviamo nel Codice della Strada, che recita: “Sentiero (o mulattiera o tratturo), strada a fondo naturale formatasi per effetto del passaggio di pedoni e di animali”.
La Cassazione, inoltre, sancisce che “sentiero è individuato in quel tracciato che si forma naturalmente e gradualmente per effetto di calpestio continuo e prolungato (Cassazione, maggio 1996, n. 4265) ad opera dell’uomo o degli animali, in un percorso privo di incertezze e ambiguità, visibile e permanente (Cassazione, 29/08/1998, n. 8633; Cassazione, 21/05/ 1987, n. 4623).

 

Esistono varie tipologie di sentiero, e con diversa difficoltà.
Sul sito del CAI (Club Alpino Italiano) viene spiegato dettagliatamente ogni tipologia di sentiero (link: CAI – SENTIERO).
Sinteticamente, la classificazione è la seguente:
Sentiero Turistico, indicato dalla lettera “T”. Si sviluppano nelle vicinanze dei paesi per passeggiate di tipo culturale, turistico e ricreativo.
Sentiero Escursionistico, indicato con la lettera “E”. Sono percorsi senza difficoltà tecniche;
Sentiero Attrezzato, indicato con la lettera “EE”. Sentiero con infissi (funi corrimano e brevi scale)
Sentiero Alpinistico. Si sviluppa su zone impervie e richiede una buona conoscenza della montagna, a media-alta quota e può presentare tratti attrezzati.
Via ferrata o attrezzata, indicato con la lettera “EEA”. conduce l’alpinista su pareti rocciose o su creste e cenge, preventivamente attrezzate con funi e/o scale, senza le quali il procedere costituirebbe una vera e propria arrampicata. Richiede adeguata preparazione ed attrezzatura quale casco, imbragatura e dissipatore.

 

I sentieri hanno anche altri tipi di classificazione, ossia in base alla lunghezza (lunga, media e breve percorrenza) e in base alla funzione storico/funzionale (fondovalle, traversata, etc.).

Come scegliere un sentiero per il trekking, un esempio pratico

Un sentiero si sceglie innanzitutto in base alla difficoltà. Quelli con classificazione “EE” e “EEA” richiedono conoscenze specifiche e un alto grado di preparazione atletica. Se siete ancora alle prime armi, vi sconsiglio vivamente di spingervi oltre i sentieri con classificazione “E”. Personalmente, non sono mai andato oltre i sentieri con classificazione “EE”.

Ultimamente, mi sono dedicato alla scoperta del Parco Nazionale del Pollino, quindi prenderò come esempio una montagna che è davvero molto bella, con una pendenza decisamente forte, dalla cui cima è possibile avere un panorama davvero eccezionale: il Monte Pollino.

Il sito www.gulliver.it, previa registrazione, permette di avere tantissime informazioni sui sentieri, indicando dati come il dislivello, la difficoltà, quota di partenza, quota di arrivo, e così via.

Copyright www.gulliver.it
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Il percorso che stiamo prendendo come riferimento, parte da Colle Impiso, quota 1.525 mslm. Il dislivello è di 723 metri e il punto di arrivo è di 2.248 mslm. Sul sito inoltre sappiamo che la classificazione è di livello “E” e che non c’è copertura della rete cellulare. Chi l’ha percorso lamenta una mancanza totale della segnaletica (e purtroppo, confermo).
Cliccando, in alto a sinistra, sul link “tracce”, sarà possibile vedere la traccia sul browser del proprio pc e, soprattutto, scaricare il file del sentiero in formato .gpx, apribile facilmente su Google Earth.

Copyright Google

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Copyright www.gulliver.it
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Questo è un ottimo modo per poter studiare la mappa, memorizzando la traccia del sentiero e la posizione delle montagne (una volta in marcia, questa cosa potrà tornarvi molto utile).
Utilizzando i sistemi di posizionamento di Google Earth e sfruttando la visualizzazione 3D, si possono visualizzare dettagli davvero utili, che possono darci informazioni vitali, come per esempio la pendenza del sentiero in determinati punti.

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Bisogna studiare il sentiero, assimilarlo, quasi impararlo a memoria. Una volta in marcia, è necessario essere in grado di sapere in quale punto si è posizionati sulla mappa e, guardandosi intorno, si deve saper identificare il paesaggio circostante, riconoscendo quindi le cime dei monti più importanti e significativi.

Cima del Monte Pollino - Foto di Marcello Lombardi
Cima del Monte Pollino – Foto di Marcello Lombardi

Attrezzatura adatta per il trekking

Ci sono alcuni strumenti che non possono assolutamente mancare ad un escursionista, a cominciare dallo zaino.
A seconda della distanza da percorrere, esistono zaini di varia grandezza. Troppo grande è sconsigliato se il sentiero dura poche ore o che comunque si conclude nell’arco di una giornata, in quanto, se semivuoto, diventa scomodo da portare, sbilanciando durante la camminata e procurando fastidi alla zona lombare.
Portare sempre con se da bere, meglio se sport drink. Riempite le borracce, che devono essere facili da pulire, soprattutto in caso di bevande zuccherate. Per quando riguarda il cibo, evitare cibi salati e mangiare cioccolata, efficacissima quando si è stanchi. La frutta secca aiuterà a prevenire i crampi.
Il meteo in montagna è sempre variabile, e soprattutto imprevedibile, quindi qualsiasi previsione meteo andiate a consultare non sarà mai fedele al 100%. È sempre consigliabile portare con sé un ricambio, chiuso in una busta di plastica che lo renderà impermeabile alla pioggia.
Nel proprio zaino non devono mai mancare cerotti, disinfettante, bende, garze, repellente per insetti e un fischietto. Quest’ultimo vi sarà utilissimo in caso di nebbia, per ritrovare i propri compagni di sentiero. Vivamente consigliati i bastoncini da trekking, in quanto, soprattutto in discesa, tutto il peso viene retto dalle ginocchia.
Una mappa del sentiero e una bussola sono OBBLIGATORI, dato che è molto facile perdersi sul sentiero.

Foto di Marcello Lombardi
Foto di Marcello Lombardi

 

Vestirsi “a cipolla” è la strategia vincente. Da quando si parte a quando si arriva a destinazione, il clima può avere numerose variazioni, quindi, anche d’estate, ci si può trovare ad affrontare momenti di grande caldo e momenti di freddo intenso.
La maglietta deve essere idroassorbente e termica, e nello zaino non deve mai mancare una maglia in pile, un giubbotto antivento o impermeabile con cappuccio. Inoltre, avere sempre a disposizione un paio di occhiali da sole, un cappello di lana e un paio di guanti che proteggono dal freddo.
Per quanto riguarda i pantaloni, evitare i jeans in quanto non proteggono dal freddo e dal vento, se si bagnano si appesantiscono e asciugano difficilmente. I pantaloni devono essere essenzialmente comodi e termici.
I calzini devono essere massicci, per permettere al piede di stare comodo senza troppo risentire delle asperità del terreno. Ne esistono vari tipi in materiale sintetico, rinforzati nel tallone e nella punta, appositamente realizzati per chi pratica questi tipo di attività fisica.
Le scarpe devono essere da trekking, con rivestimento interno in Gore-Tex (che garantisce l’impermeabilità), e con la suola ben scolpita. Tra tutte le mescole, la più usata è senza dubbio la Vibram.