Trekking, tutti i benefici di esplorare la natura [PARTE 2]

Trekking tutti i benefici di esplorare la natura

“C’è una gioia nei boschi inesplorati, c’è un’estasi sulla spiaggia solitaria, c’è vita dove nessuno arriva vicino al mare profondo, e c’è musica nel suo boato. Io non amo l’uomo di meno, ma la Natura di più.”

(George Gordon Byron)

 

Camminare nella natura, godere delle sue bellezze e dei suoi paesaggi mozzafiato, è una delle esperienze più belle che un uomo possa fare. Ma prima di avventurarsi nella “natura selvaggia”, è necessaria, anzi doverosa, una scrupolosa preparazione che deve essere sia fisica che logistica.

Preparazione atletica per il trekking

Qualsiasi sport si voglia praticare, è sempre consigliata un adeguato allenamento. A seconda del sentiero scelto, durante il trekking ci si può trovare a dover percorrere lunghi tratti in salita, alle volte in fortissima pendenza, che potrebbero richiedere anche svariate ore. È importante farsi trovare pronti, per non trasformare quella che dovrebbe essere una esperienza indimenticabile in un incubo.
Essere fisicamente preparati ci aiuterà anche ad evitare spiacevoli incidenti. Spesso e volentieri, durante il ritorno al punto di partenza del sentiero, l’attenzione cala proprio a causa della stanchezza. Le gambe cedono, non reggendo più il peso del corpo, e le conseguenze in caso di incidente possono essere gravi, se non addirittura mortali.

Il miglior modo per allenarsi è camminare. Anche se in città, o per le stradine di campagna in zone pianeggianti, non si avranno mai le condizioni che si troveranno in montagna, è in ogni caso un ottimo modo per stimolare i muscoli, il cuore e i polmoni.
Se provenite da un lungo periodo di inattività fisica, è bene iniziare con percorsi di breve durata e che richiedano un minimo sforzo fisico. Man mano che si va avanti con l’allenamento, potrete decidere di allungare durata e difficoltà. Idealmente l’allenamento andrebbe ripetuto tre volte a settimana, ma dato che sarebbe davvero difficile per molti sostenere questi ritmi a causa dei vari impegni personali, ci si può accontentare anche di una sola seduta settimanale.
Durante l’allenamento, è necessario monitorare la frequenza cardiaca, che deve essere sempre al di sotto dei 120 battiti al minuto. È importante, infatti, non affaticarsi eccessivamente.

Il fumo è nemico letale sia per l’uomo che per questo tipo di attività. Esso riduce la capacità polmonare, restringe le arterie e costringe il cuore ad affaticarsi di più. Se proprio siete degli irriducibili delle bionde, dovete assolutamente smettere almeno una settimana prima.

Trekking tutti i benefici di esplorare la natura
Foto: Marcello Lombardi

Acclimatazione in alta quota

Più si sale in quota, più diminuisce la pressione atmosferica. La pressione atmosferica rappresenta la somma di tutti i gas presenti in atmosfera, incluso l’ossigeno.
Per fare un esempio, al livello del mare abbiamo una pressione di 760 mm Hg; sul Gran Sasso d’Italia (vetta più alta dell’Appennino, quota 2.914 mslm) si ha una pressione di 525 mm Hg; in cima all’Everest, la montagna più alta del mondo, si toccano i 240 mm Hg.

Ognuno di noi ha una propria capacità di adattamento alle alte quote. In base all’altitudine che si vuole raggiungere, e alla quota del punto di partenza, potrebbero rendersi necessari alcuni giorni per l’acclimatazione.

Ma cosa si intende per acclimatazione? Secondo l’enciclopedia Treccani l’acclimatazione è quel

 

Processo di adattamento da parte di un essere vivente, animale o vegetale, a un clima e a un ambiente geografico diversi da quello del suo paese d’origine e nel quale è abituato a vivere”.

In ambito alpinistico, indica una serie di procedure che l’escursionista deve intraprendere, specialmente se si superano i 4.000 metri d’altitudine, per evitare l’insorgere di patologie gravi come l’edema polmonare e cerebrale. L’avvicinamento viene così diviso in una serie di tappe intermedie, con soste frequenti o addirittura pernottamenti in determinati step prestabiliti.

Durante queste soste, si permette all’organismo di adattarsi alla nuova situazione climatica.
In particolare, si ha un adattamento respiratorio. All’inizio si avranno episodi di iperventilazione, provocata dall’ipossia, ovvero carenza di ossigeno. Ovviamente con l’acclimatazione, l’iperventilazione andrà via via esaurendosi, in quanto il corpo troverà un suo equilibrio nella distribuzione ottimale dell’ossigeno.

A livello circolatorio, si avrà una maggiore produzione di globuli rossi che faciliteranno il trasporto dell’ossigeno.

A livello cardiaco, superati i 1000 metri d’altitudine si osserverà una crescita nella frequenza cardiaca, dovuta ad una maggiore quantità di sangue. I battiti rimarranno con frequenza elevata fino all’altezza di 3500-4500. Oltre quella quota, si potrà osservare che la frequenza cardiaca si ristabilizza.

Trekking, tutti i benefici di esplorare la natura
Foto: Marcello Lombardi

Un esempio concreto

Vi racconto la mia esperienza a Cuzco, capitale della antichissima civiltà Inca, in Perù, a quota 3.399 m sul livello del mare.
Siamo atterrati a Lima, a quota 0 mlsm, con un volo proveniente da Santiago del Chile. Successivamente abbiamo preso l’aereo della compagnia LAN, diretto a Cuzco. Chiaramente non ho avuto nessun modo per acclimatarmi e ho fatto un “balzo” di 3.399 metri senza dare la possibilità al mio corpo di adattarsi. Appena arrivato in hotel ho avuto crisi di vomito, respiratorie e vari svenimenti. Solo con l’intervento di un ambulanza, e svariate flebo, sono riuscito a rimettermi in sesto e partire il giorno dopo alla volta di Machu Picchu.

Al contrario, in quello stesso viaggio, ho visitato la laguna Chungarà, ai piedi del vulcano Parinacota, situato in Cile vicino al confine con la Bolivia. La laguna si trova a 4.570 mslm. Abbiamo sostato una notte a Putre, cittadina di 1.200 anime, quota 3.500 mslm, concedendoci varie soste durante il tragitto. A parte qualche affanno la prima notte, non ho avuto alcun tipo di problema.

Questo solo per ricordare a chiunque voglia intraprendere un serio percorso di trekking, che bastano una serie di accorgimenti per rendere sicura e indimenticabile questa esperienza.

 

Leggi anche la prima parte…

 

2 commenti

  1. lascio volentieri una integrazione sulla sicurezza
    1 – dite sempre a qualcuno dove andate, specie se da soli (che sarebbe da evitare), per es ai rifugi se li cambiate o agli amici
    2 – tenete il cellulare carico dove prende (esistono sistemi di ricarica solari o con batterie di scorta, serve anche nel 99% dei casi per avere un ottimo GPS se applicato a qualche app “furba”
    3 – un banale vwalkie talkie costa poco, pesa poco e molto spesso aiuta
    4 – le cartine servono , sia cartaceee che sul telefonino, ma le cartacee non si spengono
    5 – se il trekking è lungo sempre vestiti leggeri di ricambio, pullover e tenuta impermeabile a disposizione
    6 – cappello, occhiali da sole e crema solare non sono semplici sfizi ma sistemi di sicurezza

  2. Ciao, in questo articolo ho parlato solo della preparazione atletica. Preparazione logistica (scelta del sentiero in base alla difficoltà, scelta dell’attrezzature) e orientamento sul sentiero con eventuali sistemi GPS ne parlerò nei prossimi articoli 🙂

I commenti sono chiusi.