Vasco Rossi e U2, l’innocenza del rock?

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C’è chi è convinto che la casualità non esista, che c’è sempre un nesso, quasi sempre invisibile, tra due avvenimenti. Non è detto che il battito d’ali di una farfalla  non sia riconducibile all’infrangersi di un’onda. Questa presunta legge sarà vera anche per la musica e le sue star? Non lo sappiamo, ma è piacevole pensare che non sia un caso che i titoli delle ultime fatiche discografiche di due protagonisti del rock mainstream  presentino un’assonanza, “Songs of Innocence” per gli U2 e “Sono Innocente” di Vasco Rossi. E se si cominciano ad avanzare ipotesi su quale possa essere il filo conduttore fra i due, il primo indiziato  potrebbe essere proprio il rock!

Bono, una “mela” per curarsi il glaucoma

Una mela al giorno toglie il medico di torno. Sembra che anche il cantante degli U2, che rivelando il suo problema oculare ha minato dalle fondamenta il mito dei suoi occhiali cool, abbia fatto suo l’antico detto, rivolgendosi alla Apple per un’improbabile cura. A parte le battute e augurando a Paul Hewson, questo il suo vero nome,  che il suo glaucoma sia sempre sotto controllo, il regalo dell’ultimo album agli utenti della multinazionale fondata da Steve Jobs ha rappresentato sicuramente un evento con tanto di strascichi polemici e di scuse di Bono per aver invaso le librerie iTunes senza chiedere il permesso. Fatto sta che da circa metà ottobre il nuovo progetto della band irlandese è disponibile non più su I-Tunes ma nei classici canali di distribuzione, con l’aggiunta di un secondo cd De Luxe, contenente versioni acustiche di sei nuovi brani, due inediti, due alternative versions e una ghost track. U2 bandOperazione di marketing che di innocente sembra avere ben poco, si potrebbe sarcasticamente osservare. Ma l’innocenza intrinseca  in questi nuovi solchi di The Edge & Co va in un’altra direzione. Si tratta di un tentativo di ritorno alle origini, un guardarsi alle spalle consapevole delle proprie esperienze di vita. Una sorta di autoanalisi, anche dolorosa,  un  percorso interiore delicatissimo alla ricerca di quanto di più vero ci sia stato in passato. Tutto questo si riflette anche nelle sonorità di Songs of Innocence, e nella copertina, un pò ambigua a volerla dire tutta, in cui è raffigurato un abbraccio protettivo del batterista Larry Mullen Jr. Al figlio: impossibile non ripensare alle cover di “Boy” e “War”. Senza sbilanciarsi troppo nel descrivere quest’ultimo lavoro degli U2, se ne consiglia l’ascolto, anche a chi non è fan del gruppo di Dublino, perché forse brani come Every Breacking Wave  o The Troubles  non faranno rimpiangere troppo i classici. L’album è ispirato alla raccolta di poesie di William Blake “Songs of Innocence and of Experience: Showing the Two Contrary States of the Human Soul”. E “Songs of Experience” sarà il nuovo capitolo della saga U2; a tal proposito, il bassista Adam Clayton ha dichiarato:

“Ci auguriamo che “Songs of Experience” possa essere un album meno intimista e più celebrativo”.

Ma le ultime interviste lasciano presagire una trilogia, con un terzo lavoro intitolato “Songs of Ascent”.

Vasco si difende con l’heavy rock

Non lontana dalla strada percorsa dagli U2 è quella scelta dal Blasco come fonte di ispirazione della sua nuova proposta discografica:

“E’ un album di nuove consapevolezze e di vecchi rancori, con il quale ho voluto regolare un po’ di conti del passato, ma sempre con il sorriso sulle labbra”

sono state le sue parole per presentare “Sono Innocente” al Medimex di Bari. Diretto come sempre – lo sono anche i testi delle sue canzoni – il rocker di Zocca dà l’ennesima prova del suo esistenzialismo spicciolo quando colloca l’onestà ad un livello etico più alto dell’essere innocente tout court. Non a caso l’album si intitola “Sono Innocente”, ma la title track presenta in più un “ma” efficacissimo nell’anticipare il Vasco pensiero: “Non sono perfetto lo so, ma sono pulito davvero” gli sentiamo cantare nel brano suddetto. Da sempre accusato da qualcuno, e il primo fu probabilmente Nantas  Salvalaggio agli inizi della carriera dell’autore di Sally, di essere uno “sballato” e deviante per i giovani, Rossi non si è fatto pregare per imbastire un’autodifesa confezionata con i versi delle sue canzoni: “quel tale che scrive sul giornale” fu l’ironico riferimento al giornalista veneziano contenuto in “Vado al Massimo”. L’autodifesa continua anche in quest’ultima fatica del “Komandante”, che ci tiene a sottolineare:

“Chi mi giudica corruttore delle menti giovanili non ha capito niente, io racconto la realtà che vedo, mica la invento”.

Vasco e gli U2, l'innocenza del rock? del rock?Il tema di fondo dell’album quindi non è nuovo, ma semmai affrontato con maggiore consapevolezza e disincanto. Relativamente innovativa è invece la produzione artistica, come sempre affidata quasi totalmente a Guido Elmi, ma indirizzata per molti brani verso un suono “Heavy. Consumata ormai da mesi la separazione dall’ormai ex amico nonché suo chitarrista storico Maurizio Solieri, sono stati infatti chiamati  a corroborare il neo sound strumentisti di matrice metal quali il batterista Glen Sobel e il chitarrista Vince Pastano. Nel cd non mancano, comunque, episodi di diversa fattura, come l’elettronica liquefatta di “Aspettami”, un classico ritratto femminile alla Vasco Rossi come “Marta Piange Ancora” o “L’Ape Regina”, con i versi di una poesia del figlio Luca. Queste ultime rappresentano le 2 bonus track di “Sono Innocente” che, disponibile in tre copertine con tre diverse espressioni del cantautore 62enne, comprende anche 9 inediti e i 4 recenti singoli. Fra di essi il già noto “Dannate Nuvole”, in cui fa capolino quell’ateismo di stampo nichilista, anch’esso una costante del Vasco nazionale.

Vasco

Il rock, l’eterna età dell’innocenza

Lo abbiamo già scritto, può essere il rock la giusta chiave di lettura, il filo conduttore di questo discorso che passa per gli ultimi album di U2 e Vasco Rossi per giungere al tema dell’innocenza. E‘ proprio Vasco che, neanche tanto velatamente, lo afferma:

“L’artista è sempre innocente quando compone, se non l’artista, è innocente la sua opera”.

Il rock  radicale ed eternamente adolescenziale riesce a creare una frattura nel decorso convenzionale del tempo, ed anche artisti “stagionati” come questi appaiono quasi senza età:  ciò che si stabilisce è una sinapsi fra la loro personalità e la componente giovanile dell’età interiore dei loro ascoltatori. Un concetto che dal rock può probabilmente estendersi a tutta la musica popular e forse alla musica tutta. A metà strada tra psicanalisi e analisi sociologica, sembra di imbattersi in una catarsi in cui il ritorno all’innocenza appare una necessità.

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