6 modi per sembrare radical chic se sei povero

Che significa Radical Chic?

Questa è la Venere di Willendorf, una delle donne più famose del mondo, scolpita in pietra calcarea da 25.000 a 26.000 anni fa.

Sebbene sia probabile che la statuetta rifletta l’interpretazione di una Dea Madre Terra, fertile, col ventre e i fianchi gonfi, l’attribuzione del nome Venere (sono molte le “veneri del paleolitico”) deriva da un artificio artistico che retrodata di migliaia di anni la divinità. Innegabile è però il carattere della corpulenza, a cui è associato uno status sociale di successo.

In una società formata prevalentemente da cacciatori e agricoltori, il grasso, come un biglietto da visita, rappresentava un superamento della soddisfazione dei bisogni legati alla mera sussistenza e una buona prospettiva in termini di conservazione e diffusione del proprio gruppo familiare e genetico.

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Questo per dire che la percezione del bello e del successo, oltre che volubilmente dettata da influncer di ogni tipo, stilisti, pubblicitari, copywriter, media, varia decisamente in base al contesto economico di lungo periodo.

Per questo può capitare che, a seguito di una congiuntura economica sfavorevole, il brutto diventi bello, lo sconveniente necessità.

Ne consegue che i poveri che sembrano radical chic sono sempre di più.

Poveri che sembrano radical chic: usa l’autobus

charlemagne / Pixabay

Significato di Radical Chic

Qualche mese fa, Giuseppe ha deciso di cambiare la sua automobile con un nuovo modello, di un altro brand.

Prima di rivolgersi ad un concessionario, ha sparso la voce tra amici e conoscenti, come, in Italia, si fa per tutto.

Bene, nonostante qualche chiacchiera da bar sulla svalutazione, sulle percentuali dell’anticipo e sulle rate, saldo finale e spese d’apertura del finanziamento, con me la proposta proprio non saltava fuori. Sul momento non ci pensavo affatto, non mi serviva certo un automobile e non programmavo in alcun modo di acquistarne una!

Qualche giorno dopo, in ascensore con Daria, Giuseppe ci disse questo: “A voi non lo chiedo neppure, che tanto odiate le auto“.

Io non odio per nulla le auto, mi piacciono un sacco! Magari un po’ meno guidarle, ma quello è un altro discorso: ho pensato a Missione Girasole, la distribuzione gratuita di semi di girasole che ogni anno portiamo avanti come “catalizzatore” di una attenzione e sensibilizzazione ambientale ancora scadente.

Ho pensato che andiamo a lavoro prevalentemente a piedi o utilizzando i mezzi pubblici e che facciamo tutta una serie di piccole operazioni che potrebbero senz’altro qualificarci come green-oriented.

Bene, tutto questo ha creato un’idea nel mio amico: che odiassimo le auto.

Se vai a piedi o in autobus, odi le auto e basta. Aggiungici una serie di indizi, tipo che differenzi i rifiuti, e le prove sono schiaccianti: sei un fottuto radical chic.

A proposito di autobus: lo Spostapoveri

Povero radical chic
leroys / Pixabay

Che si fa nei momenti tragici? Si ride! Ci si prova a ridere di quello che capita, di chi ci circonda e di noi stessi. Perché, in fondo, siamo tutti un po’ radical chic, no? E lo spettro della miseria, nelle sue gradualità davvero molto soggettive, ci spaventa tanto che ci piace far finta “che gli altri e non noi“.

La pagina di successo Lo Spostapoveri su Facebook offre una comicità crudele, a partire dal nome, su uno spaccato della società che spesso non riusciamo volontariamente a vedere.

Rinominando molte delle attività di poveri inconsapevoli, spinge alla riflessione (forse) sulle storture dell’economia gonfiata dell’apparenza, su noi stessi, come se nello specchio social vedessimo sempre gli altri.

Come avete passato la domenica? A passeggiare nei centri commerciali come dei veri poveri?Li potete godere dell’aria…

Posted by Lo Spostapoveri on Lunedì 24 agosto 2015

Lo spostapoveri (l’autobus), il passeggiapoveri (il centro commerciale), il fantapoveri. Ecco il commento al fantacalcio per miseri:

Finalmente anche per i più poveri è arrivato il momento di SPENDERE MILIONI. Più falsi di quelli del monopoli… E si sentono dio a poter dire “offro dodici milioni”.

Ma la smettete di rendervi ridicoli?
Poi si sfidano tra di loro, straparlano da grandi esperti di calcio vantandosi delle loro squadre più finte delle louis vuitton che vendono in spiaggia.

Il tutto per? Vincere i soldi il palio… Solitamente cifre irrisorie con cui ci comprate giusto due metri di corda con cui impiccarvi.

Finalmente anche per i più poveri è arrivato il momento di SPENDERE MILIONI. Più falsi di quelli del monopoli… E si…

Posted by Lo Spostapoveri on Lunedì 24 agosto 2015

Fortino, eh?

Nascondi la tua indigenza e diventa un perfetto radical chic: chiedi la doggy bag!

I radical chic diventano poveri e i poveri si trasformano in radical chic.

La doggy bag. Un esempio, buttato lì, del comportamento becero elevato al rango di principesca conservazione delle risorse. La doggy bag.

Doggy bag e radical chic cocoparisienne / Pixabay

Una sana abitudine che conferma l’impegno a salvare il pianeta (secondo il 25% di chi mangia fuori) o una brutta abitudine da tirchi e cafoni. In Italia stenta a decollare l’uso del sacchetto per gli avanzi: solo poco più di una persona su cinque chiede l’apposito strumento al personale addetto mentre la tendenza dominante è quella di ripulire il piatto, evitando di lasciare anche una sola briciola.

All’estero la tendenza è in aumento, forse sono più radical chic di noi ma c’è anche chi ha creato un business su quel 25% di consumatori che la considera utile.

Ah, una cosa: continuate pure a chiamarla doggy bag, gli straccetti con grana e rucola che ho portato via da Cisternino li mangio io. Praticamente una Fabio bag.

Il radical chic etico compra nei negozi di quartiere

Unsplash / Pixabay

Con superficialità sono stati definiti una delle cause ammazza commercio al dettaglio: i centri commerciali.

Copia plastificata dei centri cittadini, con tanto di negozi, viali, aiuole e panchine, invita con ammalianti offerte di risparmio i consumatori accecati dal 3×2. Presupposto per godere del vantaggio è la disponibilità economica, che noi poveretti spesso fatichiamo a recuperare, tutta insieme, per una scorta annuale di bicarbonato.

Allora, da buon povero che sembra radical chic, la soluzione è a portata di mano: compra dal negoziante di quartiere! Pagherai il caffè e la pasta qualche centesimo in più ma vuoi mettere? Incentivare la domanda interna attraverso il consumo negli esercizi di piccolo commercianti, che conosci tutti perché il caffè lo prendi dal barista sotto casa che ti chiama per nome, insomma, vivi la città!

E poi, pensaci, l’auto non ce l’hai, come ci vai al centro commerciale? Meglio essere radical chic!

Muoviti in bicicletta

Questa è proprio bella! Non paghi bollo, assicurazione, parcheggio, benzina, olio, tagliandi e altre infinità di tasse, microtasse, balzelli. E poi non inquini, che non è mica poco. Aspetta, mi sa che qui più che voler sembrare radical chic si tratta di essere furbi. Magari affidandosi al bike sharing.

lulusha / Pixabay

Il vero radical chic mangia sano

condesign / Pixabay

Mangiare davvero sano è diventato costoso. Quello che per i nostri nonni era un prodotto assolutamente naturale, viene oggi venduto a peso d’oro.

Ma per essere un radical chic convincente ti toccherà essere sano, sano come un pesce che non puoi permetterti.

Come fare, allora? Se non vuoi (probabilmente non puoi, povero, costretto a lavorare 10 ore al giorno) trasformarti in un agricoltore diretto e coltivare in orto verticale, sul balcone di casa, zucchine, pomodori, insalate (anche se potresti deliziare milioni di follower su Instagram), l’ alternativa è nell’inventiva.

Compra un sacco di patate, puoi mangiarle per diversi giorni sostenendo di seguire una dieta ipocalorica a base di amido. Di certo non fa bene alla salute ma su apposite pagine fan di Facebook riceverai pletore di like e dopo qualche mese, se ancora vivo, sarai prontissimo per la prova costume.

Ironizza sulla povertà: poveri radical chic!

Greyerbaby / Pixabay

Nella interminabile guerra fra poveri e più poveri, qual è la strategia più utilizzata per sentirsi meno poveri degli altri poveri? Semplicissimo, basta irriderli!

Con autoironia sadica tendente al masochismo, gli aspiranti radical chic hanno tutti (sì, pure io), cliccato mi piace sulla pagina Baby George ti disprezza.

Sicuramente vi sono mancato.#BabyGeorgeTiDisprezza

Posted by Baby George ti disprezza on Martedì 25 agosto 2015

Il giovanissimo principino si rende immediatamente conto, a differenza di molti, di quanto sia sbilanciato il mondo, i mondi così distanti, che non può che commiserare noi “poracci”