- Enrico Celesti – Trento: La piazza del Duomo
Come ogni anno, lo scorso 1 dicembre il Sole 24 Ore ha pubblicato la sua autorevole classifica della qualità della vita 2014 nelle Province. E quasi subito sono partite le “solite” polemiche.
La pagella viene pubblicata ormai da 25 anni e ha spesso dato adito ad accanite discussioni.
Quest’anno vince Ravenna, su Trento, Modena, Belluno, Reggio Emilia Aosta, Bologna, Milano, Siena, Bolzano, Livorno, Roma. Il Sud, con alcune eccezioni sarde, è posizionato quasi tutto oltre il settantesimo posto. Grandi conferme, invece, su Trentino Alto Adige, Emilia e Toscana.
Polemiche e parametri della classifica della qualità della vita 2014
Di certo le basi statistiche possono contribuire un po’ a spostare la classifica, ma questa si integra bene con altre già viste. Ma dai sindaci che si dicono discriminati perché residenti in isole, a quelli che sostengono che la vita vera è altra cosa e che si dovrebbero premiare emozioni e creatività, arrivano critiche che, rispetto ad una vastità di parametri oggettivi, lasciano il tempo che trovano, perché, alla fine, i primi son sempre gli stessi: Emilia, Friuli, Trentino Alto Adige, Valle d’Aosta, Toscana.
- Ravenna Piazza del Popolo Westseite 0609 – von Wilfred Krause. Kaiser von Europa in der Wikipedia auf Deutsch – Lizenziert unter GFDL über Wikimedia Commons
Che si viva così bene in Emilia dopo il 40% dei votanti registrato nell’ultima tornata elettorale è dubbio; che Roma sia a ridosso dei migliori con i fatti di cronaca recenti è sospetto. Il progresso di Milano è probabilmente da legare all’Expo, ma appare evidente che il confronto fra realtà, con oltre due milioni di abitanti e province con 150.000 abitanti, è di dubbio buon senso.
Dalla classifica però appaiono evidenti alcune considerazioni. La qualità della vita infatti è alta:
- in città medie o piccole
- in province ricche
- in province poco inquinate
- in province con poca delinquenza
- dove si è investito per tanti dei 25 anni di classifica
- dove la popolazione è giovane
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Caduta Trento da capolista (ma cosa sono 2 punti su 600?), calate Bologna, Siena e Bolzano, balzano in avanti Reggio Emilia e soprattutto Livorno, Grosseto e Olbia-Tempio, con un +35 posti da record. Strano fatto per una città alluvionata di recente, ma così è.
Analizzando la classifica con uno scarto del 5%, troviamo distanziate dalla capolista 19 città. Con il 10%, 46 città, mentre con 100 punti di distacco (grossomodo il 17%) 74 città.
Non è di certo bello che dal posto numero 90 in poi ci sia solo Sud, con città come Bari, Palermo, Napoli, Lecce, Taranto e Reggio Calabria, con oltre 150 punti di distacco.
Altro dato interessante: tra i primi ci sono tre ragioni a statuto speciale, il Friuli venezia Giulia, il Trentino Alto Adige e la Valle d’Aosta. La quarta, la Sardegna, fa discreta figura, con le province più recenti in coda, mentre la Sicilia non ne trae alcun giovamento.

Ma è tutto oro al Nord?
Personalmente temo di no, così come spero che il Sud possa darsi una sferzata anche grazie al successo di Matera come città della cultura europea (posto 76 attuale però).
Una triste nota su L’Aquila, che naviga a posto 70. Segno che il terremoto ha fatto danni anche nella struttura sociale, mentre il terzo posto di Modena vuol dire avere in gran parte superato il sisma.