Nello stesso giorno dell’ennesimo fallimento – davvero non “verybello” – del governo italiano sugli strumenti e la comunicazione di e nella rete, è triste e frustrante leggere un report molto interessante pubblicato qualche settimana fa dal governo britannico sull’Internet of Things (abbreviato con IoT). In un classico stile anglosassone, sintetico e chiaro, questo documento – dal titolo “The Internet of Things: making the most of the Second Digital Revolution” redatto da un panel di 120 esperti riporta raccomandazioni e linee guida su come essere protagonisti, come paese, della rivoluzione dell’ “everything connected” (un tema affrontato anche su queste pagine da Mauro Maccagnani).
Dall’introduzione (traduzione mia):
L’ Internet of Things descrive un mondo nel quale gli oggetti che utilizziamo nel quotidiano sono interconnessi in una rete, così che i dati possano essere condivisi. Ma ciò ha più a più a che fare con le persone che con gli oggetti inanimati. […] E’ pericoloso banalizzare l’importanza dell’IoT attraverso esempi che usano stereotipi – per esempio “il frigorifero che ordina direttamente il latte fresco”. [inlinetweet tweeter=”” suffix=”#InternetOfThings”]L’IoT ha il potenziale per avere un impatto più alto sulla società rispetto alla prima rivoluzione digitale[/inlinetweet].E’ cruciale che scienziati, programmatori e imprenditori in prima linea nella ricerca, nello sviluppo e nella creazione dei nuovi businesses implementino queste tecnologie responsabilmente. Ma è altrettanto importante che la classe politica supporti l’innovazione responsabile e decida se e quando legiferare e regolamentare. Chiunque sia coinvolto nell’IoT dovrebbe costantemente monitorare l’orizzonte per anticipare e prevenire, piuttosto che dover gestire conseguenze inattese a posteriori.
Seguono dieci raccomandazioni che sintetizzo.
- Il governo deve favorire e promuovere il settore dell’IoT perché si potranno ottenere grandi benefici in termini di efficienza, risparmio e innovazione di prodotti/processi.
- Il governo deve ricoprire un ruolo di leadership favorendo progetti ambiziosi, rimuovendo barriere e agendo come catalizzatore.
- [inlinetweet prefix=”null” tweeter=”null” suffix=”#IoT #Innovazione”]Il governo dovrebbe essere un cliente esperto e strategico per le imprese del settore.[/inlinetweet]
- Il governo dovrebbe mettere a punto una road map per la costruzione delle opportune infrastrutture necessarie all’IoT.
- Insieme all’industria e ai ricercatori il governo dovrebbe favorire l’adozione di standard che facilitino l’interoperabilità e la sicurezza, lavorando anche per l’armonizzazione degli standard internazionali.
- La formazione delle persone con le competenze adeguate inizia a scuola. Nelle scuole secondarie si dovrebbe porre l’enfasi sull’insegnamento della matematica per risolvere problemi, non solo come mera scienza del calcolo.
- [inlinetweet prefix=”” tweeter=”” suffix=”#opendata #openapplications”]Oltre a promuovere gli open data, occorre incentivare le open applications per favorire l’utilizzo dei “real time public data“[/inlinetweet] specialmente nei settori della mobilità e dell’energia.
- Il governo dovrebbe creare un modello di regolamentazione flessibile, proporzionato e veloce.
- Il governo dovrebbe adottare buone pratiche in relazione a sicurezza e privacy (“security by default“)
- Tramite il Digital Economy Council il governo dovrebbe svolgere, nel settore dell’IoT, un ruolo di coordinamento tra gli attori in gioco, di monitoraggio, di coinvolgimento dell’opinione pubblica e di spinta, se necessario, alla regolamentazione e alla legiferazione.
Di estremo interesse i brevi capitoli che formano il resto del report. A partire dai numeri: per il 2020, a seconda delle previsioni, si dovrebbero avere dai 20 ai 100 miliardi di oggetti connessi; il giro d’affari globale ammonterebbe a una cifra tra 1.900 e 14.400 miliardi di dollari.
Tra i molteplici campi di applicazione dell’IoT ci si sofferma in particolare dei temi della mobilità e dei trasporti (gestione del traffico, sicurezza e logistica in primis), dell’energia, della salute, dell’agricoltura e dell’edilizia. Un lettura vivamente consigliata, con alta densità di qualità.