Moto elettrica, il tassello mancante della mobility evolution

Moto elettrica, il tassello mancante della mobility evolution (2)

All’EICMA 2014 di Milano la giapponese Terra Motors ha presentato l’A4000i, uno scooter elettrico di nuova generazione con connessione smartphone, che permette il monitoraggio in tempo reale dei dati di viaggio.

Non so quanto si tratti di un messaggio pubblicitario, ma se fosse vero anche solo al 60%, sarebbe un  passo avanti verso la mobilità che sfiora il genio.

Purtroppo non ne conosco il prezzo, che forse non è pubblicato online, ma [inlinetweet prefix=”null” tweeter=”null” suffix=”null”]sulla moto elettrica ci sono ormai segnali importanti[/inlinetweet].

Si notano infatti progressi che avevamo sottolineato come necessari in alcuni precedenti articoli.

Con una moto elettrica infatti ho:

  • poco peso
  • poca batteria
  • poco assorbimento quando ricarico (molto importante, vedrete)
  • non ingombro per la strada
  • non creo problemi di parcheggio
  • non creo inquinamento acustico

Il fatto che sia uno scooter (io ho rinunciato allo scooter per l’età e per il traffico disattento a bici e moto, ma anche perché sono relativamente comodo in auto a GPL) limita le code in città (non occupa strada), riduce i problemi di parcheggio (in un posto auto, se va male, ci stanno quattro scooter), senza incentivare l’inquinamento.

Moto elettrica, il tassello mancante della mobility evolution (3)

Purtroppo i cosiddetti motorini, specie quelli vecchi, a due tempi, che con la crisi sono stati riciclati, inquinano tanto, con emissioni molto vicine a quelle di un’auto. Hanno un discreto impatto come inquinamento sonoro e se concentrati in centro, spesso dove la auto non possono entrare, sono gli unici veri inquinatori, ovviamente nel 90% dei casi per necessità di mobilità.

Si potrebbero quindi avere veicoli ecologici in città dove con 60 km al giorno – tranne forse Milano e Roma – si garantisce tutta la mobilità richiesta.

Batteria removibile (eccellente antifurto tra l’altro) che si ricarica in casa o in ufficio (ma attenzione a non passare per ladri di corrente al datore di lavoro!), e che in un’ora garantisce 10 km aggiuntivi con l’assorbimento di 0,5 kwh. Praticamente quanto un elettrodomestico da poco o un pc un po’ più potente.

Per strada non servirà nulla di aggiuntivo. Non i costosi e dedicati punti di ricarica, non i parcheggi dedicati.

Moto elettrica, il tassello mancante della mobility evolution

In più c’è anche l’interfaccia con lo smartphone, che consentirebbe, in ottica di condivisione dei dati, di conoscere le mappe origine-destinazione e magari pensare di dedicare sedi stradali ad hoc in futuro.

Il tutto senza reali controindicazioni (ripeto, che purtroppo non conosco il prezzo di questa moto elettrica) e con una potenziale operatività immediata.

Sarebbe il tassello mancante tra l’auto elettrica e la bicicletta.

In Italia, certo, si cercano di penalizzare anche le bici elettriche, con casco e assicurazione obbligatorie, quindi ci si può aspettare il peggio sulla moto elettrica a livello di burocrazia, mentre il progetto dovrebbe essere agevolato.

Ok prima di tutto la sicurezza e il casco in testa, ma dare ad esempio bollo a zero e assicurazioni scontate non sarebbe affatto male.

Ovviamente va considerato che i 60 km/h lo collocano come motociclo e non come ciclomotore, ma queste sono raffinatezze e dunque se questa moto elettrica esiste, che sia la benvenuta.

 

Foto da: Terra-motors.com