Quem è o homem? Storia della Sindone a Lisbona

Durante un recente viaggio, abbiamo avuto la fortuna e la meraviglia di scoprire la Sindone a Lisbona

Questo articolo è stato scritto da Cetty Rasulo.

Nella capitale portoghese, inerpicandosi dalla Baxia verso l’Alfama, ad un tratto si incontra la chiesa di Santa Maria Magdalena, un edificio sacro che ha dovuto subire diverse ricostruzioni per gli eventi avversi.

La struttura originale, eretta presumibilmente tra il 1150 o il 1164, nel 1363 fu distrutta da un incendio e, ricostruita nel 1600, venne abbattuta da un ciclone. Nel 1755 il terremoto che colpì Lisbona, devastandola, ne causò l’ennesima distruzione. La chiesa fu successivamente ricostruita nel 1783 dalla regina Maria del Portogallo e rimaneggiata verso i primi dell’800.

Oggi presenta una facciata semplice come il suo interno. In questi mesi al visitatore che entra nella chiesa viene riservata una sorpresa: la mostra “Quem è o homem?”, cioè la storia della Sindone a Lisbona.

È la prima mostra itinerante sulla Sindone e nasce proprio a Lisbona grazie al contributo di un laico, membro del movimento Regnum Christi, e del prof. P. Hector Guerra, esperto e ideatore delle mostre dedicate alla Sindone nel mondo.

Storia della Sindone a Lisbona

La Sindone a Lisbona: una mostra, una statua, una grande emozione

In una stanza attigua alla chiesa è esposta una copia della Sacra Sindone.

La Sindone è un lenzuolo di lino tessuto a spina di pesce in un unico pezzo, lungo 4,41 metri e largo 1,13 metri, contenente la doppia immagine accostata per il capo del cadavere di un uomo morto in seguito ad una serie di torture culminate con la crocifissione. Un percorso storico-didattico mostra al visitatore le vicende dello straordinario reperto dal suo inizio fino ai nostri giorni e presenta il dibattito scientifico sull’autenticità della Sindone, le ultime notizie alla luce delle nuove ricerche compiute negli ultimi anni (tracce di pollini e piante della Terra Santa, carattere tridimensionale dell’immagine etc.).

Secondo una tesi accreditata, il lenzuolo dovrebbe risalire al I secolo e provenire dalla Palestina: la dimostrazione sono i ritrovamenti nelle fibre del lino di pollini di diverse specie vegetali originari della Palestina.

Il lenzuolo rappresenta sicuramente un pezzo di storia che ha attraversato i secoli, non solo della religione, infatti, presenta diversi segni che datano alcuni eventi che purtroppo lo hanno parzialmente danneggiato. Tra questi, ad esempio, ci sono le bruciature causate dall’incendio della Sainte-Chapelle du Saint-Suaire, in cui era conservato, nel 1532.

Della mostra però ciò che emoziona non è solo il sudario, ma la statua distesa che riproduce esattamente il corpo di un uomo morto crocifisso che, per i credenti, è l’immagine di Cristo. La statua dell’uomo della Sindone, opera dello scultore Luigi E. Mattei, giace distesa nella posizione in cui fu deposto il corpo crocifisso e presenta i segni delle torture cui l’uomo fu sottoposto.

La bellezza regale e dignitosa di quel corpo nudo non può che emozionare fortemente il visitatore sia esso credente o non credente.

Un altro elemento che rende molto interessante questa mostra è l’ologramma in proiezione tridimensionale del volto impresso sulla sindone, nonché la ricostruzione ed esposizione degli oggetti della Passione di Cristo (i chiodi della croce, la corona a casco di spine, i flagelli).

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1 commento

  1. Il più grande artista è Gesù di Nazaret, se la Sindone di Torino è un suo autoritratto di natura miracolosa. Al suo interno contiene la perduta o forse solo nascosta Battaglia di Anghiari di Leonardo da Vinci. Tramite la somiglianza del volto contenuto nell’immagine della ferita al costato della Sindone, con il volto urlante del guerriero centrale, Niccolò Piccinino della Tavola Doria che della Battaglia di Anghiari di Leonardo realizzata a Firenze a Palazzo Vecchio nel Salone dei Cinquecento, riproduce La lotta per lo stendardo. I geni hanno un intelligenza simile nel metodo, producono opere analoghe, e hanno un volto somigliante nella maturità. L’autoritratto di Leonardo ricorda il volto sindonico. Cfr. ebook/kindle. La Sindone di Torino e le opere di Leonardo da Vinci: analisi iconografica comparata.

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