Il 2 Dicembre di ventisei anni fa si spegneva Tata Giacobetti, uno dei componenti del gruppo Quartetto Cetra.
Autodidatta, Giovanni Giacobetti fu cantante, contrabbassista, paroliere e anche attore.
Nel 1940 fondò il Quartetto Cetra del quale fu il paroliere ed autore dei testi musicati con Virgilio Savona, un altro componente del gruppo.
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Quartetto Cetra: anticipatori di mode
Caratterizzati da notevoli capacità vocali e da una stravaganza intelligente, il gruppo Quartetto Cetra si imposta sulla scena musicale italiana a partire dagli anni ’40 con testi umoristici, mai banali, eseguiti e interpretati con gusto.
Le armonizzazioni fanno da cornice al quadro musicale di alta qualità e al connubio “canzone-spettacolo“.
Con uno stile inizialmente improntato sul jazz e swing e poi sfociato nella rappresentazione della canzone a mo’ di scenetta teatrale, il gruppo vocale si fece promotore e anticipatore di mode soprattutto grazie a Tata Giacobetti che, con il brano da lui scritto “L’orologio matto” dando al pubblico una versione rock and roll tutta italiana di “Rock Around the Clock“.
Come nasce il quartetto
Nato come gruppo al maschile col nome di Quartetto Egie, il gruppo era formato da Enrico De Angelis, Giovanni Giacobetti, Iacopo Jacomelli ed Enrico Gentile. Dopo subentrò, al posto di Jacomelli, il pianista Antonio Virgilio Savona e il gruppo prese il nome di Quartetto Cetra per il numero delle corde dello strumento, quattro appunto.
Poi, nel 1947, la sostituzione di Enrico Gentile con Lucia Mannucci, con la quale si arriva alla formazione definitiva di un gruppo che riscontrerà un enorme successo, restando attivo fino al 1988, anno in cui viene a mancare il “paroliere” Giacobetti.
Tata Giacobetti e il quartetto Cetra: profumo di umiltà
Forse si è perso un po’ il senso dell’umiltà nella musica? Sicuramente tutto va contestualizzato e decontestualizzato volta per volta, per creare paragoni e differenze.
Certo è che i brani del Quartetto Cetra hanno un profumo di umiltà e di contestazione al tempo stesso; da “Arriva il direttore“, dal sottile tono polemico, a “Il cammello e il dromedario“, caratterizzata dall’ironica differenza sociale tra ricco e povero, il Quartetto Cetra dà dimostrazione di padronanza della scena sia musicale che teatrale, senza mai sfociare nell’ostentazione, nemica del successo.
La combinazione di umiltà, qualità e, perché no, sicuramente simpatia, li ha portati all’apice del successo, dagli anni ’40 fino al 1988, anno in cui si spense Tata Giacobetti e, di conseguenza, si fermò anche il gruppo.
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