Chi sono gli influencer e come si diventa influencer?

Come si diventa influencer? Chi sono e cosa fanno gli influencer?

Qualche tempo fa ho acquistato un pc portatile, un laptotp in offerta. Non mi interessavano granché le caratteristiche tecniche: mi serviva qualcosa di abbastanza economico che mi permettesse di scrivere durante lunghi viaggi occasionali in treno o nelle attese in aeroporto.

Buzzoole

Contento del mio acquisto, lo mostravo con genuino entusiasmo ai miei amici e, nel giro di una settimana, due di loro ne hanno acquistato uno uguale.

Perché? Il prezzo era invitante? Sì, ma ci sono offerte di continuo! Né le caratteristiche tecniche o il design li hanno spinti all’acquisto: nulla di troppo diverso da una fascia medio bassa di mercato.

Perché gli influencer condizionano le scelte degli altri?

Viviamo in un mondo fatto di relazioni. Anche e soprattutto oggi, che le connessioni permettono molti incontri virtuali senza contatto fisico, le opinioni e gli scambi sono centrali all’interno della nostra giornata.

LEGGI ANCHE: A cosa serve il Performance Marketing

In effetti ci condizioniamo continuamente a vicenda: rispondiamo spontaneamente a un sorriso, ci rattristiamo guardando qualcuno che soffre.  Peccato tu non possa vedere la tua faccia, mentre guardi questa foto!

influencer marketing

Quando vediamo un viso triste o sorridente, tendiamo inconsapevolmente a imitare quell’espressione facciale: l’empatia è fondamentale per le relazione umane perché avvicina gli individui.

Cosa significa influencer e cosa ha a che fare con l’imitazione

I miei amici hanno acquistato lo stesso modello di computer portatile, nello stesso negozio, allo stesso prezzo a cui l’avevo acquistato io semplicemente per un principio di imitazione?

No. Però il mio entusiasmo genuino nel considerare il rapporto qualità-prezzo e le sue caratteristiche soddisfacenti li ha rassicurati: non stavo vendendo loro un prodotto, semplicemente ero sincero.

LEGGI ANCHE: Recensione del libro di Rudy Bandiera

Va da sé che la spontaneità è la genuinità sono ingredienti essenziali per diventare un riferimento autorevole per il prossimo: immagina se fossi arrivato lì perché mi avevano incaricato di decantare le qualità del prodotto e avessi interrotto ogni dialogo sperando di piazzare una vendita a un amico. Avrebbe funzionato allo stesso modo?

Ognuno di noi ha il suo micro sistema di influenza, che si modella in base alla sua esperienza, alle sue preferenze e (soprattutto) sulla base della percezione che gli altri hanno di noi.

Se non pratichi sport o non te ne occupi per lavoro, sarà difficile che il tuo parere sia autorevole in un gruppo di accaniti scommettitori, anche se sei un fine matematico.  I vostri sistemi di interesse si incrociano, ma la tua autorità sul tema è irrilevante, perché non riconosciuta dal gruppo.

influencer marketing
influencer marketing

In qualche caso (ahimè) non è neppure la competenza a conferire influenza, quanto la percezione che essa sia dovuta in base all’approvazione collettiva.

Per semplificare, se hai passato la vita studiando scienze, nessuno si aspetterà che reciti la Divina Commedia a memoria: possiamo essere autorevoli e influenti solo su quello che conosciamo davvero a fondo, che fa parte della nostra esperienza di vita e della nostra quotidianità e quando questa influenza è riconosciuta da un determinato numero o gruppo di persone.

Come si diventa influencer?

Come già detto, tutti siamo influenti riguardo ad alcuni sistemi interpersonali e in brevi situazioni legate a contesti specifici (es. l’acquisto del portatile e gli amici), ma come si può trasformare questa naturale inclinazione in una concreta possibilità di monetizzare il proprio impegno e le proprie conoscenze? In sostanza:

Si può lavorare come influencer?

Sì, cioè no. Facciamo un passo indietro: essere influenti, capaci di condizionare genuinamente chi ci circonda, vuol dire in primis essere competenti.

Il principio, dunque, andrebbe invertito: come posso reinvestire le competenze che ho acquisito con i miei studi e la mia esperienza, in modo da diventare un punto di riferimento per il mio settore o per il mio gruppo?

Senza ironia, ritengo davvero difficile che ci si possa approcciare a questo tipo di professioni senza una base solida, professionale o almeno accademica: una rapida selezione delle ricerche effettuate sul tema dagli utenti in rete mostra qualche evidente imbarazzo nella comprensione del fenomeno e delle sue applicazioni nel marketing.

Concretamente, una percentuale cospicua degli utenti si domanda “Chi sono gli influencer” e “Come diventare influencer“, ma, giusto per evidenziare un certo grado di confusione, riporto:

  • come si diventa influencer gratis

  • come si diventa influencer marketing

Se la distanza siderale tra l’influencer e il vecchio testimonial non fosse abbastanza evidente, la differenza di approccio e sviluppo tra media televisivo e nuove frontiere tecnologiche rende indispensabile un approfondimento in questo senso.

influencer marketing

Si può monetizzare l’influenza online?

Blogging e posting sono due delle attività preferite dall’internauta di oggi: ce ne accorgiamo poco ma produciamo una quantità di contenuti smisurata. 

Quando pubblichiamo la foto dell’alba al mattino: “Buongiorno da Taranto“, ore 6.37, abbiamo creato un contenuto ricco di informazioni.

Abbiamo fornito alla rete un contenuto visivo corredato di alcune informazioni sul luogo e l’orario (e di una buona dose di dati personali).  Queste informazioni verranno poi perfettamente catalogate, in base a tag (etichette) indicanti ad esempio la localizzazione geografica o l’ordine cronologico di pubblicazione.

Questi contenuti hanno un valore economico? La risposta è sì, ma non per te.

Si sente spesso ripetere che quando non paghi un prodotto, il prodotto venduto sei tu. Vero, in parte: cosa sarebbero i social network senza gli ingredienti che li rendono social? Cosa sarebbe Facebook senza le persone che ogni giorno si incontrano per condividere opinioni, discutere, anche litigare sulla piattaforma di Mark Zuckerberg? Un deserto, senza ombra di dubbio.

Ma non è vero che in cambio non riceviamo nulla: abbiamo un grande, gigantesco, favoloso megafono. Se decideremo di sputarci dentro parole inadeguate, esse verranno diffuse e amplificate tra i nostri contatti e la nostra rete, presentando una immagine di noi ben definita.

Se, diversamente, lo utilizzeremo come strumento di confronto e di espressione, il nostro approccio sarà certamente premiato da un sistema che spinge nativamente verso i sistemi collaborativi più classici della sharing economy.

influencer marketing

Influencer: tutta questione di fiducia

Questa considerazione mi porta a pensare che l’influencer, prima di essere web influencer, abbia assimilato i principi che regolano le dinamiche sociali e costruisca su queste il valore aggiunto dell’utilità.

Sta qui lo spartiacque tra il normale livello di micro-influenza reciproca su cui tutti prendiamo le nostre decisioni (chiedo al mio amico farmacista quale integratore sia preferibile perché lo ritengo attendibile sul tema) e l’influencer riconosciuto, dal quale posso accettare un consiglio anche su un tema che coinvolge aspetti più tecnici delle sue competenze (il parere dopo aver guidato un’auto sportiva o dopo aver cenato in un ristorante a Roma).

Quando consideriamo qualcuno competente, tendiamo a “familiarizzarlo”.

Se ti è capitato di leggere spesso i tutorial di Salvatore Aranzulla, una volta ti ha salvato l’hard-disk, un’altra ti ha permesso di recuperare e foto che avevi cancellato dallo smartphone e ancora altrove ti ha consigliato quale operatore di telefonia mobile scegliere, sappi che, ormai, Salvatore è poco meno di un cugino. Se pensi di dovergli fare gli auguri a Natale, non sbagli di molto.

Quando un parere autorevole si veste del mantello dell’utilità, il contenuto si fa re, assumendo quella posizione rilevante, anche nella SERP, che merita.  E, pur tanto autorevole, continuerai a considerare l’influencer come uno di famiglia.

Se segui online Rudy Bandiera o Riccardo Scandellari, la multicanalità dell’influencer ti appare più evidente: stargli dietro su tutto è davvero difficile, la quantità di contenuti utili è alta e i canali su cui questi vengono diffusi sono molteplici. Questa apparente sovrabbondanza si rivela una delle parole chiave dell’influenza online: multicanalità, che si traduce in accessibilità e inclusione totale. 

L’influenza, le conoscenze, le competenze e le linee guida degli esperti non appartengono più alle cattedre e alle aule ma viaggiano velocissime, virali come una influenza, tra mouse e tastiere, schermi e ricerche vocali.

Il Blog e i social network per monetizzare

influencer marketing

Se l’argomento ti interessa e vuoi approfondire, sono molti i testi affidabili da cui partire e non ti sarà difficile individuare gli influencer di settore (se hanno fatto un buon lavoro!). Se intendi rimanere informato sull’argomento, ti interesserà di certo il blog di Matteo Pogliani che sviluppa tanti temi legati al mondo dell’influencer marketing basati su approcci e piattaforme diverse.

A livello più “amatoriale” o sperimentale, esistono molte piattaforme di affiliazione e influencer marketing su cui muovere i primi passi e individuare quali sono le proprie nicchie naturali di appartenenza e capire come si diventa influencer: spesso questi sistemi agevolano l’individuazione delle categorie in cui siamo più influenti attraverso efficacissimi algoritmi in grado di valorizzare al massimo la percezione positive che proiettiamo sugli altri. 

Aprire un blog, o iniziare a collaborare con realtà già ben consolidate, è un buon punto di partenza.

Lavorando con metodo e applicazione, i risultati sono garantiti e le possibilità di monetizzare iniziano a “valere la candela”: anche i social network ci forniscono grande eco e risonanza per i nostri prodotti di valore, sta tutto nel modo in cui sceglieremo di utilizzare quel potentissimo megafono.